DIARIO DI VIAGGIO IN CAMPER IN TOSCANA CON I BAMBINI
UNA ZATTERA IN TOSCANA
Turisti a spasso per un capodanno in Toscana, trasformati dagli eventi (e da un pizzico di fantasia) in avventurieri sopravvissuti al gelo della notte, naufraghi sulle spiagge dell’Argentario ed esploratori di antiche fortezze.
1.500 km
7 giorni
Si
parte: destinazione Isola d’Elba! Fermandoci prima per una visita a Pisa, dove
arriviamo nel tardo pomeriggio: la comodissima area di sosta a due passi dal
centro e una romantica passeggiata serale sono un gustoso antipasto di vacanza.

Ci
prepariamo a passare una notte al freddo: io e bambini ci sistemiamo tutti
insieme dentro al sacco-letto matrimoniale con tuta felpata, calze ai piedi e
cappellini in testa. Daniele è un montanaro, gli alpinisti che fanno i bivacchi
all’addiaccio sono i suoi eroi: non teme la solitudine del lettino posteriore,
anzi, ci cede il secondo sacco a pelo da mettere sopra al nostro.
Tra
veglie e dormiveglia, con vari risvegli di Daniele, che accende a più riprese
il motore durante la notte per dare un cicchettino di riscaldamento, ci alziamo
all’alba infreddoliti con il termometro che segna 5°C dentro al camper, non fuori! Attendiamo ansiosamente le 8:30 e con
nostro immenso sollievo una macchina si avvicina. Scende un uomo che apre il
cancello e che viene accolto da noi come il salvatore. Si rivela in effetti un
salvatore, che prende a cuore la nostra situazione con competenza e ingegno. Il
cortile dell’officina è grande, i sassolini non mancano e i bambini si mettono a
costruire casette per le formiche, mentre io mi godo il caldo dell'ufficio -
con tanto di macchinetta del caffè - e un libro in mano. Non è questo in fondo
il senso della vacanza: riposarsi e leggere? Il tecnico intanto non perde
tempo: smonta, testa, analizza, si adopera in chiamate varie alla ricerca del pezzo
di ricambio che trova, recupera, monta, ri-testa e ..funziona! Ringraziamo
(paghiamo) e nel pomeriggio siamo di nuovo in pista!
Ci
assale però un dubbio improvviso: abbiamo perso in sostanza un paio di giorni,
vale la pena di andare all’Elba? Con il traghetto tra andata e ritorno
“perdiamo” altro tempo. E se la stufa si bloccasse ancora? Sull’isola non
risultano esserci centri di assistenza.. Il camper va veloce ma i nostri
pensieri più lenti. Il bivio per Piombino ci coglie impreparati, lasciamo fare
all'istinto: il camper va dritto e l'itinerario si ricalcola spontaneamente come
se fosse sempre stato quello.
Ragazzi:
si va all'Argentario!
"Mamma
cos’è l’Argentario?" E' un promontorio incantato dove vivono protetti
uccelli, pesci e cinghiali, che stanno cercando di staccarsi dall’Italia per
allontanarsi sulla loro isola magica, ma la terra li vuole e li trattiene con
un elastico che si allunga e assottiglia sempre più, creando una striscia fatata
di sabbia in mezzo al mare. Bisogna andare prima che la striscia si spezzi!

Sistemati
in un’area di sosta pulita, ordinata, spaziosa e tranquillissima ad Orbetello
(area di sosta Lanini), un anziano gestore ci accoglie con una carica e
vitalità da fare invidia: impegnato da mattina a sera a sistemare, tenere in
ordine, ripulire silenziosamente, trova il tempo e il sorriso per darci tutte
le dritte per i luoghi più incantevoli.

Ci improvvisiamo “bird-watchers”
passeggiando lungo il tombolo e la laguna, approdando infine ad una caletta
completamente isolata (..prevedibile visto il periodo..), una spiaggia tutta per
noi, dove correre, scalare, saltare, diventare dei Robinson Crusoe naufragati
sull’isola deserta e costruire una zattera per salvarci salpando verso il mare
impetuoso sprezzanti del pericolo. Un imprevisto sole tiepidissimo ci scalda,
la giornata è perfetta.

Dopo un gran lavoro di squadra, soddisfatti della nostra realizzazione, salutiamo la zattera augurandole felici peripezie e tanta fortuna ("Mamma ti immagini se questa notte la zattera prende l'anima e naviga nel mare!" - Carlo). Si torna al camper con la sensazione di aver vissuto un'avventura degna dei più grandi esploratori.
Il
mattino successivo lasciamo l’Argentario e ci dirigiamo a Pitigliano per aggiungere
un tocco culturale alla nostra vacanza. Pitigliano ci stupisce e ci affascina:
paese meraviglioso, un gioiello medievale scavato nel tufo, con casette a picco
sulla scarpata, scalinate ripidissime, un quartiere ebraico che sembra un
presepe con negozietti caratteristici, sinagoga, case ebraiche, pane ebraico, deliziosi
dolcetti ebraici.. Non ci siamo fatti mancare nulla: compreso il concerto della
banda nel palazzo Orsini e la visita alla mostra d'arte moderna, dove si
votava l'artista preferito. Abbiamo votato, dietro unanime richiesta dei
bambini, per un certo Kevo che ha conficcato un mappamondo dentro un water
(vero) spalmandoci sopra la cera - marrognola - di una candela mezza consumata.
E che nessuno rida: "La nostra stupidità è pari solo alla nostra cupidigia!"
ci ammonisce Nadia, severa, leggendo la didascalia.
Sfatti
sfiniti dalla camminata per i vicoli infiniti, troppo incantevoli per volercene
perdere anche uno solo, giunta ormai sera, con Carlo semi-accasciato per terra in
crisi ipo-glicemica (“Io da qui non mi muovo più!”), entriamo in pizzeria
pregustando il relax.
“Avete
prenotato?”
“No..”
“Spiacenti,
siamo pieni”.
Profondissima
delusione, sconforto, Carlo in lacrime.
"Le
volete da asporto?" ci propongono.
Sì
già, con il camper parcheggiato a 2 km da qui, ora che arriviamo le mangiamo
ghiacciate.
"Ma
ve le portiamo a domicilio!"
"Fantastico!!
Ottimo!! Grazie!! ..ehm cioè.. un attimo.. dove abbiamo parcheggiato
esattamente? allora arrivando al paese dal basso, abbiamo girato a destra,
avete presente? più o meno all'altezza delle mura e preso una strada.. sì,
mi pare che costeggiasse un cimitero a un certo punto.. non tanto dopo, la
prima? o forse la seconda? abbiamo girato a sinistra e poi accostato
in uno slargo a lato della strada ..chiaro?"
"Facciamo
così: quando arrivo al cimitero comincio a suonare forte il clacson. Suonate
anche voi che vi trovo."

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