PASQUA DEI SILENZI
PRIMAVERA IN VAL BADIA
Pasqua si
avvicina e i ragazzi hanno programmi autonomi.
“Tesoro, siamo solo io e te. Cosa facciamo? Niente?! Ma allora noi non faremo più niente d’ora in poi? Solo casa e lavoro? Niente più progetti? Niente più programmi? Non ci divertiremo mai più? Ma mi vuoi ancora bene?”
Lo scenario è
talmente catastrofico che Daniele si lascia convincere.
Si va nelle Dolomiti e sai cosa ti dico, partiamo giovedì e ci prendiamo anche martedì di ferie per evitare il traffico!
Si va nelle Dolomiti e sai cosa ti dico, partiamo giovedì e ci prendiamo anche martedì di ferie per evitare il traffico!
Venerdì il tempo è
nuvoloso. Optiamo per una passeggiata tranquilla di acclimatamento sull’altopiano
del Pralongià, dal Rifugio Alpino Pralongià al Piz Sorega, passando per le
panchine panoramiche che guardano le Tofane e rientrando quindi al centro fondo
di S Cassiano da dove siamo partiti. Alterniamo colazioni in pasticceria e
aperitivi al rifugio con ritmi lenti e riposanti.
“Sciuri!” ci ripetiamo
divertiti entrando nell'ennesimo bar.
Le temperature
sono buone, la neve scarsa per questa stagione. Ce la sentiamo di tentare la
ferrata del Piccolo Cir, panoramica ed aerea, che permette di salire alla vetta
di uno dei pinnacoli del Gruppo Cir. Lasciata l’auto al Passo Sella,
l’avvicinamento è molto breve, la ferrata ricca di appigli ed emozionante per
il paesaggio straordinario in cui ci si trova immersi. Balzi rocciosi, fessure,
terrazzini, pareti e guglie. La cima è talmente stretta che facciamo acrobazie
per riuscire a starci uno di fianco all’altro per un selfie d’obbligo, con il
Gruppo del Sella e dell’Odle alle nostre spalle e un corvetto curioso in cerca
di briciole.
Tentiamo la discesa nel canalone, come descrive la relazione, ma
la neve qui si è accumulata e le corde fisse sono sommerse. Le mani si
ghiacciano nel tentativo di liberarle e i piedi, nonostante i ramponi, grattano sulle sottostanti rocce instabili del ghiaione. Dopo
pochi metri rinunciamo. Ci sembra decisamente meno pericoloso
ripercorrere la ferrata in discesa. È bassa stagione e incontriamo solo un paio di escursionisti: senza alcuna difficile manovra di incrocio, nel
giro di un’oretta siamo giù. È stata un’ottima scelta.
La giornata è ancora
lunga e abbiamo un gran bel ricordo delle terme di Brunico, dove siamo stati
anni fa. “Sciuri?” “Sciuri!”. 3 ore a incorporare vapore ed espellere tossine,
passeggiare in accappatoio tra la sauna vichinga (100C!) e la baita Tre Cime
con stufa a legna, la sauna seminterrata in pietra, la “malga alpina” al
fieno.. bevendo tisane e rinvigorendo i piedi nel percorso Kneip.
È la prima Pasqua
che passiamo lontano dai ragazzi. Domenica la giornata è limpida e soleggiata.
Partiamo a piedi direttamente dalla Malga a Badia per avviarci verso la lunga
Val Medesc. Qualche tornante nel bosco e poi seguendo il profondo vallone
ghiaioso. Le rocce che emergono dalla neve sono via via sempre più
rade e arrivati ai lastroni rocciosi la neve ricopre ormai ogni cosa. Risaliamo
il ripido pendio con i ramponi, che fanno bella presa sulla neve ghiacciata. A
sinistra il Piz Medesc e davanti a noi sempre più vicina la Forcella de Medesc
(2.533) che finalmente raggiungiamo – con una certa fatica soprattutto nel
tratto finale particolarmente scosceso – per ammirare lo stupendo altopiano
imbiancato del Fanes al di là della forcella.
Essendo giornata di grigliate, uova sode e costine di agnello, ci troviamo soli soli soli dal
primo all’ultimo passo. Pasqua dei silenzi, di respiri profondi e pensieri
leggeri. Pasqua di passi lenti e orizzonti lontani. Pasqua di un nuovo capitolo
di vita.
Le temperature si sono alzate, la neve si è smollata e il ritorno è
decisamente più faticoso: si sprofonda nella neve, si scivola, si sollevano gli
scarponi bagnati e pesanti, ma arriviamo finalmente di nuovo sul sentiero battuto
tra distese di pini mughi. 20km e 1.200 m di dislivello. Li sentiamo tutti e rientriamo
nella nostra bella casetta per stenderci a letto, trovando ad accoglierci un
vassoio di affettati, formaggi e uova decorate offerte dalla Host. Cosa
vuoi di più dalla vita?
Ci resta un
ultimo giorno e lo dedichiamo all’esplorazione di zone che in camper avremmo fatto fatica a raggiungere per via di strade strette e tortuose. Cominciamo con la
Valle dei Mulini che percorriamo poi per un tratto a piedi per risalire il
torrente costeggiato da mulini, con condotte in legno ingegnosissime, che
servivano da motori per le macchine agricole delle malghe. Alcune sono perfino
curve per dare inclinazione ed angolatura alle condotte.
Ci stiamo prendendo gusto a girare agilmente in auto (con questa gran bella
macchina aziendale poi... “Sciuri?” “Sciuri!”, per oggi) e per divertirci identifichiamo la
strada in assoluto più impervia dei dintorni: percorriamo un bell’anello
salendo al Passo Erbe, quindi al Passo Furcia, per scendere in Valdaora. Ogni
curva apre un sipario su un panorama stupefacente. Quanta bellezza.
Siamo certi che
anche la macchina se la sia spassata. Sarà tristissima quando dovrà lasciarmi. Il
fascino del motore per fortuna mi diverte, senza sedurmi. Ancora non lo
sappiamo, ma a breve dovremo farne a meno. E sapremo farne a meno serenamente.
Nemmeno l'agio dell'appartamento ci ha del tutto sedotto.
“Comodo il
salottino con divano e televisione, ma sai che mi è dispiaciuto non poterci
fermare a dormire al Passo Sella?”
“Stavo pensando la stessa cosa”.
“Giro super!!” ci fanno sapere in quel momento i ragazzi – in bici lungo la Via degli Dei. “Però trovare da dormire nei bed&breakfast, essere vincolati alla prenotazione, dover uscire per cena... uno sbattimento! Mille volte meglio tenda e fornelletto!”
Siamo a posto: plein air tutta la vita.
“Stavo pensando la stessa cosa”.
“Giro super!!” ci fanno sapere in quel momento i ragazzi – in bici lungo la Via degli Dei. “Però trovare da dormire nei bed&breakfast, essere vincolati alla prenotazione, dover uscire per cena... uno sbattimento! Mille volte meglio tenda e fornelletto!”
Siamo a posto: plein air tutta la vita.
Nessun commento:
Posta un commento