DIARI DI VIAGGIO IN CAMPER

I NOSTRI DIARI DI VIAGGIO IN CAMPER

Tra strade sconnesse e natura alla riscossa, sogniamo i nomadi, inseguiamo le renne e cavalchiamo le onde. Una doccia sotto le stelle, l'immensità da contemplare e la bussola puntata verso le emozioni per non perdere la retta via.

giovedì 21 luglio 2022

BADIA - APRILE 2022

PASQUA DEI SILENZI 

PRIMAVERA IN VAL BADIA


Pasqua si avvicina e i ragazzi hanno programmi autonomi.

“Tesoro, siamo solo io e te. Cosa facciamo? Niente?! Ma allora noi non faremo più niente d’ora in poi? Solo casa e lavoro? Niente 
più progetti? Niente più programmi? Non ci divertiremo mai più? Ma mi vuoi ancora bene?”
Lo scenario è talmente catastrofico che Daniele si lascia convincere.
Si va nelle Dolomiti e sai cosa ti dico, partiamo giovedì e ci prendiamo anche martedì di ferie per evitare il traffico!

Lasciamo a casa il camper. Tra le offerte last minute abbiamo trovato un Maso a Badia che costa come la piazzola di un campeggio. In compenso ha una cucina con ogni comfort, letti morbidi con piumoni, doccia e vasca da bagno. La host si dedica a produrre in casa ogni sorta di prelibatezza: burro, formaggi, marmellate, uova, strudel... Sarà una vacanza di lusso. Parola d’ordine “sciuri” e ci impegniamo da subito ad onorarla: appena arrivati al Maso, ci diamo una sciacquata e siamo di nuovo fuori verso il ristorante.

Venerdì il tempo è nuvoloso. Optiamo per una passeggiata tranquilla di acclimatamento sull’altopiano del Pralongià, dal Rifugio Alpino Pralongià al Piz Sorega, passando per le panchine panoramiche che guardano le Tofane e rientrando quindi al centro fondo di S Cassiano da dove siamo partiti. Alterniamo colazioni in pasticceria e aperitivi al rifugio con ritmi lenti e riposanti. 
“Sciuri!” ci ripetiamo divertiti entrando nell'ennesimo bar.


Le temperature sono buone, la neve scarsa per questa stagione. Ce la sentiamo di tentare la ferrata del Piccolo Cir, panoramica ed aerea, che permette di salire alla vetta di uno dei pinnacoli del Gruppo Cir. Lasciata l’auto al Passo Sella, l’avvicinamento è molto breve, la ferrata ricca di appigli ed emozionante per il paesaggio straordinario in cui ci si trova immersi. Balzi rocciosi, fessure, terrazzini, pareti e guglie. La cima è talmente stretta che facciamo acrobazie per riuscire a starci uno di fianco all’altro per un selfie d’obbligo, con il Gruppo del Sella e dell’Odle alle nostre spalle e un corvetto curioso in cerca di briciole. 
 

Tentiamo la discesa nel canalone, come descrive la relazione, ma la neve qui si è accumulata e le corde fisse sono sommerse. Le mani si ghiacciano nel tentativo di liberarle e i piedi, nonostante i ramponi, grattano sulle sottostanti rocce instabili del ghiaione. Dopo pochi metri rinunciamo. Ci sembra decisamente meno pericoloso ripercorrere la ferrata in discesa. È bassa stagione e incontriamo solo un paio di escursionisti: senza alcuna difficile manovra di incrocio, nel giro di un’oretta siamo giù. È stata un’ottima scelta. 


La giornata è ancora lunga e abbiamo un gran bel ricordo delle terme di Brunico, dove siamo stati anni fa. “Sciuri?” “Sciuri!”. 3 ore a incorporare vapore ed espellere tossine, passeggiare in accappatoio tra la sauna vichinga (100C!) e la baita Tre Cime con stufa a legna, la sauna seminterrata in pietra, la “malga alpina” al fieno.. bevendo tisane e rinvigorendo i piedi nel percorso Kneip.
È la prima Pasqua che passiamo lontano dai ragazzi. Domenica la giornata è limpida e soleggiata. Partiamo a piedi direttamente dalla Malga a Badia per avviarci verso la lunga Val Medesc. Qualche tornante nel bosco e poi seguendo il profondo vallone ghiaioso. Le rocce che emergono dalla neve sono via via sempre più rade e arrivati ai lastroni rocciosi la neve ricopre ormai ogni cosa. Risaliamo il ripido pendio con i ramponi, che fanno bella presa sulla neve ghiacciata. A sinistra il Piz Medesc e davanti a noi sempre più vicina la Forcella de Medesc (2.533) che finalmente raggiungiamo – con una certa fatica soprattutto nel tratto finale particolarmente scosceso – per ammirare lo stupendo altopiano imbiancato del Fanes al di là della forcella. 
 

Essendo giornata di grigliate, uova sode e costine di agnello, ci troviamo soli soli soli dal primo all’ultimo passo. Pasqua dei silenzi, di respiri profondi e pensieri leggeri. Pasqua di passi lenti e orizzonti lontani. Pasqua di un nuovo capitolo di vita. 
Le temperature si sono alzate, la neve si è smollata e il ritorno è decisamente più faticoso: si sprofonda nella neve, si scivola, si sollevano gli scarponi bagnati e pesanti, ma arriviamo finalmente di nuovo sul sentiero battuto tra distese di pini mughi. 20km e 1.200 m di dislivello. Li sentiamo tutti e rientriamo nella nostra bella casetta per stenderci a letto, trovando ad accoglierci un vassoio di affettati, formaggi e uova decorate offerte dalla Host. Cosa vuoi di più dalla vita?


Ci resta un ultimo giorno e lo dedichiamo all’esplorazione di zone che in camper avremmo fatto fatica a raggiungere per via di strade strette e tortuose. Cominciamo con la Valle dei Mulini che percorriamo poi per un tratto a piedi per risalire il torrente costeggiato da mulini, con condotte in legno ingegnosissime, che servivano da motori per le macchine agricole delle malghe. Alcune sono perfino curve per dare inclinazione ed angolatura alle condotte. 
Ci stiamo prendendo gusto a girare agilmente in auto (con questa gran bella macchina aziendale poi... “Sciuri?” “Sciuri!”, per oggi) e per divertirci identifichiamo la strada in assoluto più impervia dei dintorni: percorriamo un bell’anello salendo al Passo Erbe, quindi al Passo Furcia, per scendere in Valdaora. Ogni curva apre un sipario su un panorama stupefacente. Quanta bellezza.

Siamo certi che anche la macchina se la sia spassata. Sarà tristissima quando dovrà lasciarmi. Il fascino del motore per fortuna mi diverte, senza sedurmi. Ancora non lo sappiamo, ma a breve dovremo farne a meno. E sapremo farne a meno serenamente.

Nemmeno l'agio
 dell'appartamento ci ha del tutto sedotto.
“Comodo il salottino con divano e televisione, ma sai che mi è dispiaciuto non poterci fermare a dormire al Passo Sella?”
“Stavo pensando la stessa cosa”.
“Giro super!!” ci fanno sapere in quel momento i ragazzi – in bici lungo la Via degli Dei. “Però trovare da dormire nei bed&breakfast, essere vincolati alla prenotazione, dover uscire per cena... uno sbattimento! Mille volte meglio tenda e fornelletto!”
Siamo a posto: plein air tutta la vita.



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