DIARI DI VIAGGIO IN CAMPER

I NOSTRI DIARI DI VIAGGIO IN CAMPER

Tra strade sconnesse e natura alla riscossa, sogniamo i nomadi, inseguiamo le renne e cavalchiamo le onde. Una doccia sotto le stelle, l'immensità da contemplare e la bussola puntata verso le emozioni per non perdere la retta via.

domenica 25 giugno 2017

VAL D'AOSTA - GIUGNO 2017

DIARIO DI VIAGGIO IN CAMPER IN VAL D'AOSTA: 

WEEKEND DI MOUNTAIN BIKE (e non solo) IN VAL SAINT BARTHELEMY


Domenica sera dobbiamo lasciare Carlo all'ostello di Saint Barthélemy per una settimana di campus estivo. "È l'ultimo weekend insieme tutti e quattro! Bisogna festeggiare!" Oltretutto a Milano ci sono 38 gradi. Motivo in più per far rotta verso il fresco. Venerdì sera impegni lavorativi ci trattengono fino all'ora di cena. Saliti sul camper ci rendiamo conto di avere già fame e la prima sosta è a 5 km da casa nel parcheggio di McDonalds! Arriviamo a Saint Barthélemy con il buio e ci sistemiamo per la notte nell'area pic-nic di Porliod.


Il risveglio con il sole e la cornice di montagne è uno spettacolo: nell'oscurità non ci eravamo resi conto della bellezza di questa valle. Inforchiamo le bici, ansiosi di collaudare il nostro nuovo acquisto: pantaloncini tecnici da ciclisti per tutti! 






La pista da fondo, che parte direttamente dall'area pic nic di Porliod, in estate si trasforma in chilometri e chilometri di sali-scendi per mountain bike tra boschi, torrenti e malghe. Con la go-pro fissata sul manubrio immortaliamo la fuga di una lepre. La temperatura è perfetta, i prati un giardino fiorito e i rifugi tutti aperti. Il primo caffè è all'Osteria del Passet, il secondo al Rifugio Magià e per pranzo, dopo 20 km e 578 m di dislivello (!!) siamo di nuovo con le gambe sotto il tavolo all'Osteria del Passet perchè "E' l'ultimo weekend insieme tutti e quattro! Bisogna festeggiare!"


Nonostante i pantaloncini imbottiti, la strada per diventare ciclisti per noi è ancora lunga: con gambe e chiappe dolenti, fissiamo le mountain bike sul porta-bici e decidiamo che domani si andrà a piedi.


Domenica mattina il cielo è coperto.

Ci incamminiamo, costretti presto a infilare k-way e copri zaini, ma raggiunto l'oratorio di Cunéy la giornata si apre e il sole ci asciuga in un attimo. 



 
 
Proseguiamo ancora qualche passo verso un laghetto alpino ed estraggo i panini per il pranzo al sacco... IL panino. Vista la pioggia ero convinta che saremmo finiti a mangiare in rifugio e sono stata molto parca con il vitto. 


Il rifugio Cunéy però è troppo affollato: non lo sapevamo, ma proprio oggi è giorno di apertura della stagione e c'è festa, messa e processione. Carlo ci convince che c'è una deviazione in discesa che porta al Magià. 

Il suo senso dell'orientamento per me è un mistero. Non è mai stato in questa valle (ma nell'adiacente Valtournenche sì) e riconosce tutte le cime, ci indica la direzione che porta al Reboulaz, spiega dove passa l'Alta Via n.1  e come si potrebbe arrivare al Tsan da qui. Se non fosse mio figlio, non gli crederei. Di fatto ci azzecca quasi sempre. 
Lo seguiamo fiduciosi e un'oretta dopo siamo seduti al Rifugio Magià di fronte a polenta concia e spezzatino: "È l'ultimo weekend insieme tutti e quattro! Bisogna festeggiare!" Anche per oggi abbiamo fatto i nostri passi quotidiani e dopo 20 km esatti e 973 m di dislivello ci appisoliamo al sole, ci diamo una bella rinfrescata sul camper e scendiamo al villaggio di Lignan. 

Consegniamo Carlo agli educatori del WWF, sbirciamo nella camerata con 10 letti a castello, dove dormirà fino a domenica prossima, e telefoniamo alla nonna per informazioni meteo su Milano: "Ha piovuto! L'aria si è rinfrescata. Potete tornare!"

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