DIARI DI VIAGGIO IN CAMPER

I NOSTRI DIARI DI VIAGGIO IN CAMPER

Tra strade sconnesse e natura alla riscossa, sogniamo i nomadi, inseguiamo le renne e cavalchiamo le onde. Una doccia sotto le stelle, l'immensità da contemplare e la bussola puntata verso le emozioni per non perdere la retta via.

domenica 30 agosto 2015

PORTOGALLO - AGOSTO 2015


DIARIO DI VIAGGIO IN CAMPER ATTRAVERSO IL PORTOGALLO:

TRA SPIAGGE E SABBIA FINISSIMA, ONDE DA CAVALCARE E PARCHI DA ESPLORARE. PORTO, LISBONA, BICI E TREKKING PER 3 SETTIMANE DI NOMADISMO 

6.300 km
25 giorni


“3000 ore di sole l’anno, 850km di spiagge, un patrimonio culturale unico, parchi e riserve, gastronomia e ottimi vini” recita www.visitportugal.com. Nel gavone stiviamo scarponcini da trekking e mute e facciamo rotta verso ovest. Una tappa di passaggio a Narbonne, una di oceano a Biarritz e la terza notte siamo sistemati nella tranquilla e panoramica area di sosta ai piedi della cittadina medievale di Braganca. Ci arrampichiamo sulla torre, visitiamo il museo delle armi e facciamo il giro completo delle mura, prima di addentrarci nel cuore del parco naturale del Montesinho. 

Esploriamo il parco lungo uno dei numerosi e ben segnalati sentieri camminando per ore in un paesaggio selvaggio, dove una fitta vegetazione si alterna ad aride distese, fino a regalarci la vista mozzafiato di un lago di un intensissimo blu adagiato in un anfiteatro dall'aspetto lunare.
Non incontriamo anima viva per l'intera giornata ad eccezione di un rapace e di un topolino. Ridiscendiamo verso Rio De Onor (paese di 70 abitanti, curiosamente attraversato dal confine spagnolo-portoghese), dove il Camping Municipal ci accoglie in un’atmosfera fuori dal tempo. Un’anziana signora interamente vestita di nero saluta due uomini con basco e bastone. "Mamma, ma se uno abita dalla parte spagnola e l'altro dalla parte portoghese, per mandarsi messaggi pagano di più?" "Forse non hanno nemmeno il Wi-Fi, sai. Forse parlano tra di loro e basta".








Per gustare le strade dei vini, invece di prendere l'autostrada, attraversiamo la Valle dell'Alto Douro seguendo piacevoli percorsi tortuosi, che salgono e scendono dai pendii di colline decorate dai ghirigori dei vigneti in tutte le tonalità di verde. Ci sentiamo parte di un dipinto.


Costeggiando il Douro, seguendo le caratteristiche barche per il trasporto delle botti e quelle da crociera, arriviamo alle cantine di Vila Nova De Gaia, dove ci riforniamo di bottiglie di Porto per noi e parenti. Il bel camping Orbitur di Porto è facilmente collegato alla città da una pista ciclabile, che, percorsa di primo mattino, ci permette di improvvisarci birdwatchers tra aironi, cormorani e martin pescatori, prima di lanciarci alla scoperta della città. 

La salita in teleferica, il ponte Dom Luis, gli azulejos della stazione ferroviaria e molto altro ci riempiono la vista e la giornata. 


Riprendiamo la strada con una deviazione a Bairra: su una liscia collina di calcare camminiamo seguendo le impronte di una ventina di sauropodi andati a spasso qui 175.000.000 di anni fa. Di fronte ad un murales, che mostra l'evoluzione della terra dal Big Bang ai giorni nostri, con l'uomo che compare appena negli ultimi centimetri di parete, ci sentiamo piccole briciole. Non resta che darci alla pazza gioia! 


Proseguiamo verso Batalha, dove pernottiamo, in compagnia di numerosi altri camper, nell'area di sosta davanti al monastero. Ammiriamo la pietra bianca così finemente lavorata da far sembrare vere le foglie, le funi e gli angeli alati e giochiamo di sera a chi proietta l'ombra più lunga sulla facciata dove, illuminate dalla luna, le statue sembrano spettralmente prendere vita. Il giorno successivo esploriamo chiostri e cappelle e respiriamo misticismo nella navata immensa, come monaci domenicani del 1400. 




L’ingorgo al parcheggio, il trambusto e i (troppi) negozi di souvenir di Fatima non ci permettono di apprezzare la stessa quiete e preferiamo rinunciare alla visita per non diventare noi stessi fonte di ulteriore caos per chi invece si trova qui a cercare pace. La meta successiva in programma sarebbe Lisbona, ma la costa è talmente attraente che il viaggio procede a singhiozzo. A giornate di mare seguono rigeneranti notti libere: sulla scogliera a Sao Pedro Moel; in punta al promontorio di Peniche, “Mecca del surf”, colmi di ebbrezza dopo aver provato per la prima volta bodysurf; e infine dietro le dune di sabbia di Cascais, a riempirci del rumore delle onde e del silenzio del cielo. 











Nota tecnica per chi, come noi, esaurisce rapidamente la cassetta del WC e consuma un serbatoio d'acqua con una manciata di docce: tutti i campeggi incontrati lungo la strada ci hanno permesso camper service di passaggio per cifre da 3€ a 10€. Puliti, scaricati e ricaricati, tornavamo sereni a sistemarci nelle nostre privilegiate "piazzole" con vista tramonto sull'oceano.

Alterniamo la vita da spiaggia alla visita da fiaba ai palazzi e castelli di Sintra e sfidiamo il vento impetuoso di Cabo de Roca per una foto nel punto più occidentale dell’Europa continentale. 

Lisbona sembra essere finalmente vicina, quando scoviamo sulla Lonely Planet un paragrafo che ci era sfuggito: ci troviamo a soli 60km dal "Centro de recuperacao do lobo iberico"! Una telefonata e concordiamo la visita guidata alle 17:45, meno un paio d'ore necessarie tra camper service e strada e siamo già in ritardo! Ottimizziamo il solito pit-stop “on-the-road” dividendoci i compiti e ci avviamo per una strada impegnativa e tortuosa, aiutati da google maps: alle 17:43 parcheggiamo. Camminiamo in silenzio dietro la guida, scrutiamo il fitto bosco con i binocoli e saliamo sulle torrette di avvistamento, finché scorgiamo tra gli alberi ben 4 lupi. L'emozione è enorme. 


Possiamo riprendere la strada per Lisbona in pace con il mondo. Arrivando tardi, decidiamo di non entrare in campeggio, ma di fermarci al porto. Scelta non azzeccata: quello che la guida definiva "area sosta camper" è un parcheggio (non attrezzato) affollato da qualche camper, molte auto, alticci abitanti della vita notturna della città, parecchi furgoni e roulotte di famiglie rom con un numero inestimabile di bambini, pittoreschi e allegri ma né quieti né riservati, il tutto con accompagnamento musicale proveniente dai locali circostanti, che ci tiene compagnia ben oltre l'orario che avremmo gradito. Di primo mattino ci spostiamo nel pulito e ordinato Lisboa Camping, con acqua e tavolo da picnic in ogni piazzola. Facciamo i turisti classici a spasso per la città per un paio di giorni: dal tram 28 alla Cattedrale Sé, dall’Alfama a Belem e molto altro. 

Nel ricchissimo e scenografico acquario scopriamo che i castori marini sono simpaticissimi e che la Sterna Inca - uccello che vola in semi-libertà nella splendida ricostruzione dell’habitat antartico - fa voluminosi escrementi gialli, uno dei quali atterra con precisione sulla testa di Nadia ...porterà bene! Un'ovovia e una pista ciclabile lungo il Tejo ci permettono di spostarci all'interno della ex zona expo, attraversando stravaganti parchi gioco a tema, dal musicale all’acquatico: camminiamo sotto una cascata, ventiliamo aria in appositi tubi producendo il verso dei gabbiani e ci facciamo i muscoli sperimentando il sollevamento dell'acqua secondo l'ingegnosa vite di Archimede.

Lasciata Lisbona, percorriamo la penisola di Troia, un susseguirsi ininterrotto di spiagge sabbiose con cicogne su ogni tetto e ogni traliccio, dove un giro in barca per avvistare i delfini resta una delle esperienze più belle della vacanza. Ne vediamo a decine, che nuotano e saltano attorno a noi, compreso un cucciolo che sembra divertirsi esibendosi nelle sue piroette, accanto alla mamma. Siamo affascinati. 

Avanziamo verso sud, scogliera dopo scogliera, in attesa di riconoscere d'istinto il posto che fa per noi.

Ammiriamo baie, spiagge e villaggi, facciamo merenda nella vivacissima Vila Nova de Milfontes e capitiamo infine in uno scenario da cartolina, circondati da surfisti, molto hippy e un po’ rasta, sistemati su un roccioso promontorio rosso nei loro furgoncini a fiori e minivan dai colori estrosi, con il fragore delle onde che si infrangono potenti davanti a noi ed immense dune di sabbia alle nostre spalle.



Uno sguardo d’intesa e siamo tutti d’accordo: compriamo tavole da bodysurf, stendiamo anche noi le mute fuori dal camper e ci godiamo 4 giorni di spiaggia, onde e surfate a Carrapateira. La sera contempliamo l'immensità dell'oceano dal finestrino del nostro camper, con una vista che secondo noi nessun albergo al mondo ha. 
Il cielo annuvolato di un mattino ci suggerisce di variare la routine: prendiamo le bici e partiamo in esplorazione della Rota Vicentina, pista ciclabile ricavata unendo antichi sentieri di pescatori, lungo la quale si susseguono infiniti scorci di selvaggio oceano da un lato, villaggi bianchi tra morbide colline dall'altro.

Lasciamo Carrapateira per raggiungere un ultimo scenografico promontorio (Cabo de Sao Vincente) spazzato dal tipico vento dei luoghi dove la terra finisce, puntando infine verso l'interno. 
La Barragem De Alqueva, un'imponente diga completata nel 2002, ha dato vita al bacino artificiale più esteso d'Europa, donando fertilità e impulso turistico a questa porzione di Alentejo.
 








Un'area di sosta ai piedi delle mura di Monsarez ci regala una serata tra le vie della graziosa cittadina medievale e un'impagabile vista dall'alto sul lago al tramonto. Al vicino Sao Pedro do Corval, "O Maior Centro Oleiro de Portugal", facciamo shopping di variopinte ceramiche in questi laboratori di veri artisti. Concludiamo la giornata rinfrescandoci nelle acque del bacino: noleggiamo un paio di canoe, pagaiamo circumnavigando isolotti che un tempo erano cime di colline, ci turbiamo leggermente incontrando strade che finiscono nel lago e ci tuffiamo nelle acque verdi dal fondo melmoso.

Nel rientro verso casa c'è ancora tempo per una notte sui Pirenei al Colle del Portalet ed una sosta conclusiva vicino a Briancon, cercando e scovando il campeggio della nostra prima vacanza insieme nel 1998 (spartano Camping Ailefroide). La tenda maggiolina di allora, sul tetto dell'auto, si è trasformata magicamente in un camper; i sogni confusi che ci riempivano la testa si sono materializzati per incanto negli occhi di due splendidi ragazzini; le sottilette in neoprene hanno ceduto il posto a materassi in memory, ma la voglia di contare le stelle e fare la doccia all'aperto è rimasta invariata, speriamo ancora molto a lungo.


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