DIARI DI VIAGGIO IN CAMPER

I NOSTRI DIARI DI VIAGGIO IN CAMPER

Tra strade sconnesse e natura alla riscossa, sogniamo i nomadi, inseguiamo le renne e cavalchiamo le onde. Una doccia sotto le stelle, l'immensità da contemplare e la bussola puntata verso le emozioni per non perdere la retta via.

lunedì 1 gennaio 2024

PROVENZA - CAPODANNO 2024

PROVENZA, ALPI, COSTA AZZURRA:

100% notti libere: fenicotteri, canyon e neve.

 
“Che ne dite di un Capodanno al mare?”
“A Nizza ci sono 15°! Pronti per passeggiate sulla spiaggia e pennichelle al sole?”
Carichiamo anche abbigliamento pesante per eventuali improvvisazioni e si parte.
Sabato 30 dicembre avanziamo faticosamente a singhiozzo sulla A7, arrivando stremati a Ventimiglia dopo quasi 5 ore di viaggio. Eravamo consapevoli di non aver fatto una partenza intelligente, ma non avevamo immaginato potesse andare così male.
Bypassiamo Mentone, evitiamo Motecarlo, e da Nizza cominciamo a perlustrare la costa in cerca del posticino giusto per brindare vista mare, pregustando lo spettacolo dei fuochi d’artificio. Nizza è imballata, non c’è speranza.
“Cosa ci importa? 30 km e siamo a Cannes!”
Ma la situazione non cambia: ogni buco più o meno lecito è occupato.
“Proseguiamo! Chissà che fuochi a S Tropez!”
Sicuramente strepitosi,  ma non riusciremo a vederli: a capodanno in Costa Azzurra i campeggi sono o chiusi o stracolmi; le aree di sosta appaiono come incastri indecenti di camper uno sopra l’altro.
E’ quasi buio ormai e non ha più senso insistere. Puntiamo all’interno impostando sul navigatore le coordinate della prima area sosta nell’entroterra. A La-Plan-De-La-Tour condividiamo l’ampio piazzale con un solo altro camper nella tranquillità assoluta. Due passi e una notte in questa autentica e gentile cittadina medievale ci ridonano la serenità necessaria per ragionare con calma sul da farsi.


Al mattino ritentiamo il mare: ci spingiamo oltre Hyeres, lungo il tombolo, trovando un parcheggio in punta alla penisola di Giens di fronte al Fort du Pradeau, in riva al mare, circondati da canneti. Non ci sono servizi di carico / scarico per cui, nonostante la doppia vaschetta, sappiamo che presto ci dovremo muovere per forza.

Andiamo in esplorazione del tombolo di Hyeres, che in realtà è un doppio tombolo: due sottili bracci di terra lungo i quali ci inoltriamo, costeggiando larghi stagni, spiagge isolate, raffiche di vento e kitesurfer con i loro furgoncini mimetizzati, macchie di colore tra le dune, mute umide appese ai finestrini. 

E poi fenicotteri, fenicotteri, fenicotteri. Ce ne sono tantissimi! Isolati, a gruppi, a passi lenti sulle lunghe gambe magre e in volo. Affascinanti!
Scopriamo che proprio per preservare questa oasi naturalistica, qui non si sparano botti. La mezzanotte passa in un assoluto silenzio surreale. Mangiamo cotechino, lenticchie e veneziana; gustiamo il vino di Var preso ieri in un negozietto di prodotti locali e brindiamo sottovoce.

Il 2024 è arrivato in punta di piedi e aspetteremo di tornare a casa per il classico “rito di capodanno” tra buoni propositi per l’anno nuovo e gioie e dolori di quello passato: non sarebbe valido senza Nadia!


Lo spirito nostalgico da fine anno condiziona i nostri pensieri e l’1 gennaio, dopo un’altra mattina di birdwatching, con tecniche e appostamenti sempre più raffinati, lasciamo la Costa Azzurra in direzione Verdon per ripercorrere le strade dei “bei vecchi tempi”.

Al Lac de Sainte-Croix i ricordi riaffiorano e il turchese del lago ci incanta. Al Pont du Galetas a Aiguines il lago si stringe e comincia il tratto più spettacolare del fiume che scorre in fondo a profonde pareti a picco. Parcheggiamo lungo la riva nord delle aspre gole del Verdon, all’altezza del paese di Rougon. 

Da qui in 10 minuti di cammino tra le rocce arriviamo al Punto Sublime (anche se qui a me sembra un pò tutto sublime), quindi al Couloir Samson da dove parte il sentiero Martel (speleologo che ha compiuto la prima discesa completa del Grand Canyon del Verdon). Perdendo rapidamente quota il sentiero porta al livello del torrente e prosegue attraverso una serie di tunnel scavati all’inizio del XX secolo, con l’obiettivo (mai realizzato) di creare un canale in cui deviare il Verdon per alimentare una centrale elettrica. 

Nelle gallerie – al buio pesto – ci infradiciamo i piedi con continui inciampi nelle pozzanghere dal fondo fangoso, ma veniamo ripagati da scorci affascinanti sulle gole viste dal basso, gli strapiombi sopra le nostre teste, i riflessi azzurro-verdi dell’acqua scossa dalla corrente e i grifoni che con i loro 2.80 m di apertura alare sfiorano le pareti rocciose per poi tornare a sorvolare il Canyon.
 
  

I ricordi esplodono.
"Davvero tu e il papà eravate qui quando tu avevi 26 anni?!?"
“Eh già, con la maggiolina sul tetto dell’auto e poi a calarci proprio da questi anelli di sosta.”
Carlo fatica a immaginarci così giovani e anche a me sembra un’altra vita..
Gole del Verdon 1998
La Palud-sur-Verdon 1998
 

Dormiamo all’area sosta di Castellane dove, oltre alla possibilità di scarico WC e acque grigie, c’è una boulangerie che ci permette indimenticabili colazioni a base di pain au chocolat e chausson aux pommes.


Da La Palud-sur-Verdon svoltiamo verso la Route de Cretes. Carlo e Daniele si danno il cambio a guidare lungo la strada panoramica tortuosa che sale verso il punto più alto, offrendo una vista incredibile sul fiume e sugli strapiombi. Passiamo una serie di belvedere in cui sostiamo per ammirare il paesaggio: Belvedere de Trescaire, Belvedere de la Carelle, Barres de l’Escales, Belvedere de la Dent d’Aire...

Al Belvedere du Pas de la Bau la strada d’inverno è chiusa. Parcheggiamo e proseguiamo a piedi, raggiungendo ulteriori punti di osservazione sul canyon - Belvedere du Tilleul, Belveder de la Gorge de Guegues, Belvedere del Glacieres – e infine il Belvedere d’Eycharme, dove ancora una volta assistiamo allo spettacolo dei Grifoni che volteggiano sopra le gole e le nostre teste.

Ci rimettiamo in viaggio costeggiando il Verdon fino alle Alpi dell’Alta Provenza. A La Foux D’Allos, villaggio tradizionale a 1.800m, nasce il Verdon: siamo alle porte del Parco Nazionale del Marcanotur e avanziamo a piedi nella neve fino alle sorgenti del Verdon e alle prime cascatelle parzialmente ghiacciate di questo torrente destinato a scavare un burrone nel calcare fino a 700m di profondità.
Parcheggiando ben lontano dagli impianti sciistici, la notte passa quieta e una nevicata improvvisa ci regala un paesaggio ancora più bianco, accompagnato da una giornata invece primaverile. Sotto un sole decisamente tiepido seguiamo il sentiero ad anello che da Allos attraversa la Foret de Vaccheresse per aprirsi su un ampio balcone naturale sulla valle e tornare quindi al paese.

 

 Sono previste ulteriori forti nevicate verso sera e non vorremmo trovarci a dover mettere le catene solo per tornare a valle. Dopo un’ultima abbondante merenda tra le montagne, scendiamo di quota fermandoci appena fuori dallo splendido paesino medievale di Annot, dove trascorriamo la serata. Lungo la via del rientro oltrepassiamo Entrevaux: borgo arroccato su uno sperone roccioso, avvolto da un’ansa del fiume Var, con mura, cammino di ronda, ponte levatoio e forte in vetta. Uno spettacolo.
La strada verso Nizza scorre serena; il lungomare presenta qualche rallentamento; passato il confine cominciamo a buttare l’occhio alla ricerca di uno spiazzo per la notte. Ricordavamo un campeggio a Sanremo dove ci eravamo trovati bene: tutto pieno. Si ripresenta lo scenario della Costa Azzurra: campeggi pieni e poche, pochissime aree sosta, squallidamente gremite. 
Ad Imperia rinunciamo e svoltiamo verso l’entroterra: al Colle di Nava troviamo non solo un comfortevole slargo proprio in cima al passo, ma anche una squisita pizzeria (Pizzeria Ai Forti): accogliente ambiente montano con pareti e soffitto in legno, caminetto (acceso), impasti con farine speciali e personale molto gentile. Una bella scoperta!
Carlo si presenta a cena in jeans neri e maglioncino stiloso con scollo a V.
“Come mai ti sei portato vestiti così eleganti?!” (in camper, ma anche a casa a dire il vero, vive in tuta e pantaloni da trekking).
“Mi avevate detto che avremmo passato un capodanno da noblesse oblige a Saint Tropez...”

Dormiamo, sazi di panorami e mozzarella di bufata, cullati dalla pioggia e facciamo gli utlimi km sotto un leggero nevischio. Nadia ci accoglie a casa con il tabellone del gioco di capodanno pronto; noi ricambiamo con la “calza” della befana consegnata anche a lei sul camper dalla sbadata vecchietta, che fatica a rassegnarsi ai figli che crescono.
Formage Raclette, confiture d'abricots de Provence et chocolat noir. Gli ingredienti per cominciare l'anno ci sono tutti.
Buon 2024!

Nessun commento:

Posta un commento