DIARIO DI VIAGGIO IN CAMPER IN AUSTRIA:Dai mercatini di Natale di
Innsbruck ai passi Svizzeri, guidati dalle luci di Natale e rapiti dalla voglia
di neve.
Martedì sera, 6 dicembre: quest'anno S Ambrogio cade
proprio bene.
Daniele ha la gamba sinistra immobilizzata da un tutore
dall'inguine alla caviglia per la rottura della rotula (incidente in montagna
un mesetto fa). Lasciamo a casa gli sci e saliamo sul camper senza fretta:
guido io, si prospetta un viaggio lento e tranquillo. Meta i mercatini di
Innsbruck, ci dirigiamo verso la Valchiavenna ("Se ci mettiamo sulla A22 e
ti stanchi, dove dormiamo? In autostrada!?"). Sui tornanti del Maloja,
Daniele, esasperato dalla mia prudenza, sblocca il tutore e prende il volante
per i dieci minuti di autonomia che il ginocchio dolente gli concede
("Meeenomaaaale! Altrimenti non si mangiava più" commenta Carlo).
A
Silvaplana cediamo ai morsi della fame. La pausa cena purtroppo si protrae
notevolmente: biscotti frantumati e confezioni sbriciolate di riso rivelano,
senza ombra di dubbio, l'opera ...fresca... di un topolino. Già settimana
scorsa, caricando il camper (parcheggiato nell'officina dismessa di amici),
avevamo trovato tracce di topo tra la carta igienica a brandelli e
l'accappatoio smangiucchiato di Carlo. Accuratamente ripulito e disinfettato il
tutto, posizionato gabbiette, non avendo catturato nulla nè trovato ulteriori
segni del suo passaggio, speravamo se ne fosse andato. Evidentemente era a
bordo con noi, da qualche parte esterna al camper da dove riusciva ad infilarsi
negli sportelli, ma per fortuna non all'interno dell'abitacolo. Altra lunga
puntigliosa pulizia, altro sacco della spazzatura (di cui ci saremmo liberati
solo due giorni dopo: in Svizzera pare abbiano bandito i cestini per
l'indifferenziata) e l'ordine ferreo di tenere chiuse tutte le antine. A Scuol
ci sistemiamo nelle piazzole del campeggio, collegandoci alla corrente ed
usufruendo del camper service.
Cerchiamo qualcuno alla reception, ma non c'è
anima viva; il giorno successivo passerà un signore ad informarci che il
campeggio aprirà domenica: "Soggiorno offerto dalla casa, tornate a
trovarci". È una promessa! Ci sono -12 gradi, la scelta è inevitabile: si
trascorre la giornata all'Engadin Bad tra terme, sauna, bagno turco,
frigidarium e calidarium, piscine coperte e scoperte per i ragazzi,
idromassaggio, cascate e lettini relax. Il mattino dopo percorriamo in
scioltezza i 130km rimanenti per Innsbruck.
In autostrada attivo i tergicristalli per pulire il parabrezza: una piccola macchia scura viene violentemente catapultata fuori dalle fessure, scivola lungo il vetro, sbatte contro il tettuccio ed esultiamo, certi di aver perso per strada il nostro ospite.
Sistemati all'Innsbruck camping, esploriamo i mercatini di
Natale fino a sera, tra decorazioni luminose, alberi giganti sull'Inn, punch al
rum e kinderpunch.
Una seconda giornata ci permette di vedere le viuzze
medievali con la luce del sole, il palazzo reale, il duomo e il tettuccio
d'oro, lasciando per il terzo giorno l'opzione castello. "Nooooooo
baaaaaasta" si oppone Carlo. Nadia cerca di mediare con delicatezza:
"Mamma, sarà anche bello, cioè sarà bello di sicuro, ma devi ammettere
che in questi giorni di cultura ne abbiamo vista abbastanza". ...beh
insomma, un palazzo e una chiesa. Si riparte democraticamente. Camper
significa nomadismo. La meta è il viaggio. Lo dicono tutti gli slogan. In
Svizzera imbocchiamo una stradina tortuosa che porta allo sconosciuto (a noi)
Fluela Pass.
La temperatura non migliora granché (-9°C): i ragazzi si scaldano attraversando il lago ghiacciato, scivolando nella
neve e risalendo sprofondando fino alle ginocchia ("Questo paesaggio mi dà forza e non sento neanche la fame! Vi amoooo!" urla Carlo); io e Daniele
beviamo il caffè, mangiamo le ultime palle di Mozart e scattiamo foto.
Ceniamo
in compagnia di una luminosissima luna e dormiamo con maglia termica e tuta
felpata. Daniele sente un "tum tum" ovattato ed è convinto (tuttora)
che si tratti del suo cuore, tale è il silenzio che ci circonda. Io sospetto
sia l'autoradio di una macchina in lontananza, ma anche Carlo crede alla storia
del cuore e per amore assecondo la poesia.
Facciamo colazione con lo sfondo di immacolate montagna bianche difficili da salutare; è domenica, domani si lavora e i figli devono finire i compiti. Aspettatteci, vette armoniose, slalomiamo alla meglio tra una frenesia e una smania nel mondo degli umani e torniamo al più presto da voi.
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