27 dicembre
DIARIO DI VIAGGIO IN CAMPER PER UN BRINDISI DI CAPODANNO IN SLOVENIA: TRA CASTELLI INCANTATI, LAGHI GHIACCIATI E DRAGHI DI PIETRA.
Con la pancia piena dalle abbuffate natalizie, la dispensa colma di avanzi
(che gusteremo ancora di più una volta tornato lo stimolo della fame), vestiti
pesanti stipati negli armadietti, partiamo verso est. In un batter d'occhio
siamo in Slovenia. Dopo i 10.000 km di questa estate, le distanze ci appaiono
tutte relative. Il parcheggio di fronte alle grotte di Postumia assomiglia
spaventosamente a uno straripante rimessaggio pullman. Facciamo inversione e
torniamo in autostrada. Si pubblicizzavano, oltre allo spettacolo dell'antro
immenso delle grotte, scene della Natività lungo il percorso nel sottosuolo.
Non è il primo spettacolo che ci perdiamo: è il prezzo da pagare per la nostra
radicata fobia delle folle. L'importante è esserne consapevoli.
Consapevolmente
e serenamente arriviamo a Lubiana. Il campeggio è per così dire essenziale:
"In inverno chiudiamo il blocco servizi. C'è una palestra qui di fronte,
se volete fare una doccia nei loro spogliatoi." Il mattino seguente il
conto non è altrettanto essenziale: 65€ ! Pentiti di non aver dormito per
strada, spostiamo il camper in un parcheggio in periferia e raggiungiamo il
centro a piedi.
Lubiana è stupenda: i ponti, le luci di Natale e gli artisti di
strada che animano le vie medievali risaltano ancora di più avendo per sfondo
un cielo azzurrissimo.
Mangiamo gulasch e zuppa di pollo in un localino lungo
il fiume Ljubljanica e partiamo all'esplorazione del castello. Seguendo
l'audioguida sembra di vederselo lì di fronte il coraggioso cavaliere Erasmo,
che evade dalle prigioni del castello, attraversa un passaggio segreto,
calandosi nel pozzo, resiste per un anno con astuzia all'assedio da parte dei
soldati della corona austriaca, per poi giungere ad un assurdo e triste
epilogo, ucciso mentre si trovava in bagno tradito da un servitore. Restiamo di
sasso, ci eravamo affezionati, facevamo il tifo per lui.
Il tour virtuale
trasportati sulle ali di un'aquila, il giro dei bastioni e la vista dalla torre panoramica concludono questo
salto nella storia di Lubiana.
Arriviamo a Bled ormai con il buio, momento
ideale per ammirare il lago arricchito da luminarie sul ponte, in piazza, al
castello (un altro), da creare un presepe. Stupendo.
Per compensare il salasso
della sera precedente, troviamo uno slargo nel bosco dove ci prepariamo per la
notte. L'acqua per la pasta però smette di bollire, il fuoco si spegne pian
piano e pochi minuti dopo si accende la luce rossa del frigorifero. Siamo senza
gas. "Nessun problema! C'è un campeggio qui vicino. Avranno sicuramente
una bombola da venderci". 45€ di campeggio, ma niente bombola
("Offriamo questo servizio solo d'estate... No i lavelli per i piatti non
ci sono. Li chiudiamo d'inverno, l'acqua ghiaccia"). Mangiamo formaggio e
prosciutto e lavo i piatti sul camper con acqua fredda. Il giorno dopo comincia
la disperata ricerca di una bombola: Bled, Lesce, Jesenice, niente da fare. Le
bombole slovene non sono compatibili e nessuno fa servizio di ricarica. Un
ultimo tentativo a vuoto a Mojstrana e quindi 10 km e siamo in Italia. A
Tarvisio cambiamo la bombola e ne approfittiamo per una super spesa in un super
fornito supermercato prima di rituffarci nei boschi sloveni (dove avevamo
notato una certa scarsità, oltre che di acqua calda, anche di bar e
supermercati). "Stavolta però si dorme liberi per davvero!"
concordiamo.
Pieni di autonomia ci inoltriamo nel parco naturale del Triglav,
spingendoci fino al termine della strada oltre il lago di Bohinj.
Solo alberi e
ruscelli attorno a noi, percorriamo un sentiero per ammirare le cascate di
Savica e ci infrattiamo verso sera nel fitto del bosco dove nemmeno la luce
della luna offre un bagliore.
La Slovenia è tra i cinque paesi con il più basso
tasso di criminalità in Europa. La probabilità di incappare in qualche
ladruncolo è infinitamente superiore in una metropoli come Milano, che in uno
sperduto bosco, nel quale oltretutto di notte a -12 gradi ben pochi si
addentrano a vagabondare. Sono razionale, confido nella logica e nella statistica;
eppure il nero pesto che ci circonda mi turba. Daniele mette
"l'antifurto", ovvero cinghie ed elastici tra porta e portiere, e
dorme con un occhio aperto. Noi, oltre che nella logica, confidiamo ciecamente
nel capofamiglia, e piombiamo in un profondo sonno tranquillo.
Passiamo un paio
di giorni a spasso in questo luogo selvaggio come in una fiaba, alberi, alberi,
alberi, laghi (a volte ghiacciati), ruscelli e cascate (quasi sempre
ghiacciate), con un castello che spunta su un promontorio in riva al lago per
completare l'ambientazione incantata.
Una scarpinata di 1000 mt di dislivello
(per mettere alla prova il ginocchio convalescente di Daniele, reduce tra
l'altro dalla notte di guardia.. "Chissà se un giorno mi lascerete
dormire" sospira senza illudersi), ci conduce alla Planina Pri Jezeru, una
glaciale conca imbiancata, dalla quale ci aspettiamo di veder spuntare la
strega di Narnia, con tanto di carro trainato dagli orsi polari.
Inutile dire
che non incontriamo nessuno. La nostra brama di silenzio e solitudine è
saziata. Il 31 dicembre torniamo a Bled, sborsiamo altri 45€ per una notte e
passeggiamo lungo il lago in compagnia di tanti esseri umani, beviamo il caffè
al bar e facciamo la spesa.
La civiltà ha dei pregi.
Nel camper si diffonde
il profumo di lenticchie e cotechino (la guardia notturna è anche un egregio
cuoco), indossiamo tutti e 4 le nuove mutande rosse e tiriamo tardi
raccontandoci il meglio e il peggio del 2016. Daniele si ripromette di lavorare
e dormire di più, io di continuare a fare e sognare vacanze; i desideri degli
adolescenti sono privati.
Con tutti gli strati addosso, pochi minuti prima delle 00:00, sfidiamo il
gelo della notte e raggiungiamo una nutrita allegra combriccola in riva al
lago per ammirare uno spettacolo pirotecnico eccezionale. Fuochi incrociati, a
raffica, a missile, a cascata, di tutti i colori, si riflettono in acqua
duplicando l'effetto scenografico. Valeva la pena abbandonare il bosco!
Urliamo, brindiamo, ci baciamo, ma aspettiamo di rientrare sul camper prima di
mandare messaggini whatsapp: togliere i guanti sarebbe una mossa azzardata. Ci
concediamo (finalmente anche Daniele) una bella dormita mattutina, perché
l'anno nuovo va affrontato con calma; facciamo camper service (niente acqua...è
ghiacciata, solo scarico) e ci avviamo lentamente verso l'Italia. Il rientro a
casa è particolarmente agevole: grazie all'imminente arrivo della befana, la
settimana lavorativa è corta; tra 4 giorni si riparte ed è proprio inutile
scaricare i bagagli!
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