DIARI DI VIAGGIO IN CAMPER

I NOSTRI DIARI DI VIAGGIO IN CAMPER

Tra strade sconnesse e natura alla riscossa, sogniamo i nomadi, inseguiamo le renne e cavalchiamo le onde. Una doccia sotto le stelle, l'immensità da contemplare e la bussola puntata verso le emozioni per non perdere la retta via.

martedì 9 gennaio 2018

AUSTRIA - GENNAIO 2018

DIARIO DI VIAGGIO IN CAMPER IN AUSTRIA:
DALLE VETTE INNEVATE DEL TIROLO AI LAGHI GHIACCIATI DELLA CARINZIA, PASSANDO PER UNO SCINTILLANTE CAPODANNO A VIENNA




La corsa ai regali, i faraonici pranzi in famiglia, i frenetici impacchettamenti e gli innumerevoli spacchettamenti si susseguono vorticosamente, catapultandoci in un attimo al 26 dicembre. Saliamo a bordo, destinazione Austria. Prendiamo l’autostrada del Brennero, svoltiamo verso Brunico e in serata siamo a Lienz.
 

Al mattino ci spostiamo a St Jakob in Defereggen per salire al passo Stalle. Ci siamo già stati svariate volte (a piedi, con le ciaspole, con gli slittini e con gli sci da alpinismo) ma sempre partendo da Anterselva. Siamo curiosi di vedere com’è il versante austriaco. Raggiungiamo il confine con l’Italia camminando sotto una neve fitta in un paesaggio decisamente invernale. Ridiscesi in paese, strade e visibilità sono pessime e non osiamo proseguire.

Ci sistemiamo in uno slargo a bordo strada, in compagnia di un altro camper: la neve continua ininterrotta tutta notte e al mattino ci troviamo letteralmente sommersi.
 
Fortunatamente abbiamo un camper-trattore e due uomini di fatica, che creano un varco permettendoci di rimetterci in pista. Le previsioni danno neve ad oltranza: puntiamo a nord, lasciandoci le montagne alle spalle. 

La tormenta ci accompagna ancora per qualche centinaio di km costringendoci ad avanzare con faticosa lentezza. 

Dalle parti di Linz cerchiamo un campeggio: ci serve una doccia calda per riprenderci da questo tragitto sfibrante! Ci tocca vagare a lungo arrivando fino a Ottensheim prima di trovarne uno aperto (Camping Hofmüle, spartano ma molto economico).

Il giorno successivo, di fronte agli orrori di Mauthausen, il gelo ci entra nel cuore. Una crudeltà atroce, mostruosa, oltre qualsiasi immaginazione. 

Una stanza piena di nomi, 100.000 morti solo in questo campo. Il muro del pianto, la scala della morte, il precipizio della cava. Brividi di spavento di fronte a una così assoluta inumanità ci tolgono il fiato. Usciamo dalla recinzione spinata svuotati. Vienna è a meno di due ore di strada, ma non riusciamo a reinnescare la solita routine, avviare il motore, riprendere il viaggio. Il parcheggio è rimasto vuoto e decidiamo di fermarci per la notte a dare tempo all’angoscia di diradarsi nel silenzio pesante di questo luogo. Verso mezzanotte il silenzio viene interrotto bruscamente. Non ha mai smesso di nevicare e i 15 cm di neve fresca rendono il piazzale un irresistibile invito a sgommate e folli testa-coda per un gruppo di ragazzotti in cerca di divertimento. Con motori e musica a balla sfiorano il nostro camper, ci sfrecciano davanti, inchiodano a pochi metri da noi. Per andarcene dovremmo montare le catene, ma non ci sembra il caso di uscire in mezzo a queste auto impazzite.
 
L’inferno di Mauthausen in testa e nell’aria, la solitudine della notte, il buio lontano da casa, amplificano lo stato d’animo e mi prende una profonda inquietudine. Daniele mi rassicura, lasciali sfogare, andranno via, ma non riesco a tranquillizzarmi: resto a guardare dal finestrino fino a quando, alle 4 del mattino, finalmente si allontanano. 

Lo spazzaneve passa all’alba e noi riprendiamo la via.
L’atmosfera natalizia di Vienna ci riporta nel nostro mondo felice, nonostante un pensiero di fondo a quella barbarie si sia ormai indelebilmente insinuato e continui a riaffiorare ogni volta che una briciola di fame, di freddo o di stanchezza ci sfiori. Pensa ai deportati. Pensa ai deportati. Pensa ai deportati. Un ritornello che non si lascia scacciare.

Inauguriamo il nostro soggiorno viennese passeggiando tra le decorazioni dei mercatini di Natale e pattinando sui 3000 metri quadrati di pista su ghiaccio allestita direttamente nella splendida Rathausplatz, con il Municipio sontuosamente illuminato, slalomando tra la folla e gli alberi scintillanti.










Scendono voluminosi fiocchi densi, siamo fradici e per tornare al campeggio (ordinato e ben gestito Camping Wien West) ci vorrebbero tram + 2.5 km a piedi oppure metropolitana + pullman. Allora via, gran lusso per finire in bellezza il 2017: prendiamo un taxi! Non un taxi qualsiasi: il primo taxi della vita per Carlo e Nadia. Esprimono un desiderio, come per tutte le “prime volte”, e crolliamo a letto fino alle 9:00 del mattino. È il 31 dicembre e c’è il sole!


Camminiamo (28 km) in giro per Vienna: l’Hofburg, il parlamento, la cattedrale.. e poi il Prater con un giro sulla ruota panoramica, i battelli sul Danubio, elegantemente allestiti per il cenone, una vera sacher in un vero caffè viennese e musica musica musica ovunque.
 
Rientriamo in campeggio (di nuovo in taxi! Ci si abitua facilmente al lusso) giusto in tempo per farci belli per la serata e mettere su lenticchie e cotechino rigorosamente portati da casa. Alle 23:30 ci spostiamo in cima alla collina alle spalle del campeggio, da dove assistiamo alla “guerra” che si scatena: alle 24:00 in punto Vienna diventa un’unica ininterrotta distesa scintillante di fuochi d’artificio. Botti e luci scoppiano da destra a sinistra illuminando l’intera estensione della città per tutta la sua vastità e noi ci godiamo lo spettacolo dall’alto di questo prestigioso punto di osservazione trovato per caso. L’uno mattina nevica (avremo neve fino a luglio quest’anno se continua così!): ne approfittiamo per una giornata di trasferimento verso la Carinzia. Le condizioni del meteo e delle strade ci costringono ad un’altra notte in un parcheggio, a Hermagor (dalle parti di Villach), quando una salita un po’ ripida e discretamente ghiacciata ci blocca. 

 

Il 2 gennaio ci svegliamo con un sole strepitoso e le strade perfettamente spazzate! Schizziamo verso il Weißensee: abbiamo letto di un campeggio invernale collegato a piste di sci da fondo e di pattinaggio su ghiaccio (ottimo Camping Knaller). Tempo di registrarci alla reception e siamo al negozio InterSport per il noleggio dell’attrezzatura da fondo. 


La pista si snoda in un paesaggio fiabesco, alberi talmente carichi di neve da sembrare dipinti, il sole che filtra tra i rami, le slitte trainate dai cavalli, una nebbiolina suggestiva sull’immensità del bianco, un paradiso. 

Il sole ci bacia anche il giorno successivo e torniamo al fornitissimo InterSport questa volta per noleggiare i pattini. Il lago ghiacciato è stato preparato come un vero palazzo del ghiaccio: pattiniamo per 15 km attorno a due anelli, collegati a circuito, e lungo una striscia per la velocità. 


La sera ci divertiamo a inviare via whatsapp agli amici la mappa garmin della nostra attività apparentemente fatta in acqua. 

Un giorno grigio ci invoglia ad un’escursione più tranquilla: saliamo in seggiovia al rifugio Naggler Alm e scendiamo lungo la pista dedicata agli slittini (rigorosamente noleggiati all’InterSport).



Quando torna a nevicare lasciamo i ragazzi sul camper, a smaltire quella mezza tonnellata di compiti che le nostre scuole amano dare, e io e Daniele bussiamo alla porta dell’adiacente albergo Leonhard: dalla nostra piazzola si vede la vetrata con le sdraio che guardano la montagna innevata e sembrano chiamarci a quella pace. Il centro wellness è aperto anche agli esterni all’hotel! Ci rilassiamo per 4 ore, alternando la sauna bio a quella finlandese, il bagno turco alla doccia idromassaggio, il caldo del vapore al fresco di due passi nella neve a piedi nudi, chiudendo il giro appisolandoci sui lettini con una coperta e una tisana ad ammirare i fiocchi di neve contro il vetro. Domani è venerdì e sarà ora di rimettere il muso in direzione Milano.
Ma quel “domani” il sole splende di nuovo e ultimamente si era fatto talmente prezioso che non osiamo sprecarlo. Corriamo a noleggiare le FatBikes! 

 
Sono una divertentissima sorpresa: le troviamo molto più leggere e maneggevoli di quanto avessimo immaginato. 


Rifacciamo il giro di questo lago al quale ci siamo ormai affezionati, scattiamo altre foto secondo noi da cartolina e ci rassegniamo infine a scendere dai cunei. Non è un addio. Non abbiamo fatto a tempo a noleggiare pelli di foca e ciaspole: dovremo assolutamente tornare un giorno o l’altro in questo luogo meraviglioso. Volendo c’erano anche mute stagne per immersioni subacquee sotto il ghiaccio, ma non è il nostro genere. 
Arrivederci Weißensee. Arrivederci Austria.




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