DIARIO DI VIAGGIO IN CAMPER PER CARNEVALE NELLE DOLOMITI
VAL PUSTERIA:
29 FEBBRAIO, LA FAVOLA CONTINUA
È un
anno bisestile, si sta avvicinando il quarto vero compleanno di Carlo.
Vogliamo fare qualcosa di speciale.
Vogliamo fare qualcosa di speciale.
Mercoledì lasciamo una Milano surrealmente
tranquilla, e pensare che è carnevale. Se non fosse per la sua motivazione
drammatica, vivere a Milano in questi giorni sarebbe meraviglioso. Niente
traffico, figli a casa, lo stress da compiti e compiti in classe
momentaneamente accantonato, nessuno da andare a recuperare a notte fonda
all’uscita di una discoteca, la sera insieme sul divano a guardare un film.
La
strada per la Val Pusteria è particolarmente scorrevole e per sera siamo nella
piazza centrale di San Candido ad ammirare il tramonto e pensare alla gita di
domani, ma Daniele viene colto da improvviso lancinante mal di schiena. Cerotti e voltaren
fanno poco, il materassino del camper non aiuta.
Spiego
che “L’arte da imparare in questa vita non è quella di essere invincibili e
perfetti, ma quella di saper essere invincibilmente fragili e imperfetti”.
(D’Avenia)

Noi
restiamo con i nostri pensieri. “Da che ci si sentiva insostituibili e unici,
ci si sorprende sostituibili e forse non necessari alla grande orchestra della
storia. La fragilità prima vissuta come fame di infinito che riscatta il
limite, adesso diventa tentazione di accettare di essere soltanto limite.
Eroismo ed erotismo sono minacciate da tante piccole morti, e maturità è
attraversare questo deserto di speranze disattese.” (D’Avenia)
Io
continuo a leggere, Daniele si rigira nel dolore.
“La
morte mi spaventava? Non già come morte, ma come annullatrice di tutta la bella
aspettativa passata” (Leopardi). Mente e corpo sono un tutt'uno. Il malessere si
espande. C’è chi dice che per rasserenarsi bisogna azzittire l’emisfero
sinistro, ma il mio emisfero sinistro funziona decisamente meglio del destro.
Se lo azzero, cosa mi resta? Lasciamo che cuore e cervello si parlino.
“Il mondo che riusciamo a vedere dipende dalla cura che abbiamo dei nostri
sensi. Ma se questi filtri sono inadeguati, per poco uso o per troppo uso di
uno rispetto ad altri, che mondo entra nel nostro cuore e nella nostra testa?” (D’Avenia)
Il
cuore, a caccia di bellezza, qui trova terreno fertile per diventare
caldo, caldissimo e piano piano scalda la mente fredda, freddissima. Siamo nel
posto ideale perché questo incantesimo si possa compiere. La natura è “l’arte
buona, capace di fare il massaggio cardiaco agli elementi di magia che ancora
resistono e luccicano”.
Passeggiamo per San Candido, la luce delle vette riempie gli occhi, i raggi del sole intiepidiscono la pelle, il soffio del vento libera le orecchie, l’infinito buono, quello che non opprime, quello oltre la siepe dove il naufragare è dolce, calma l’inquietudine e tutto passa. Chissà cos’è stato.
Passeggiamo per San Candido, la luce delle vette riempie gli occhi, i raggi del sole intiepidiscono la pelle, il soffio del vento libera le orecchie, l’infinito buono, quello che non opprime, quello oltre la siepe dove il naufragare è dolce, calma l’inquietudine e tutto passa. Chissà cos’è stato.
“Inutile controllare se tutto entra nella cornice, se tutto rimane nel cerchio. A volte capita qualcosa che capita”. (Un prezioso amico saggio)
Ci spostiamo per la notte al Passo Monte Croce e al mattino, zaini leggeri e senza fretta, ci avviamo lungo il sentiero verso il Rifugio Tre Scarperi, segnalato tra i suggerimenti su “Cosa fare in Val Pusteria con i bimbi se non si scia”.
Ignoriamo le provocazioni dei ragazzi: “Dal Locatelli alla passeggiata per bimbi..” Capiranno anche loro un giorno il senso della vita.
La giornata è così tiepida da poter mangiare sui tavolini all’aperto; vino, canederli, uova speck e patate, hanno il saporito gusto della montagna; il rifugio una vista che alleggerisce i pensieri.
Scarsissimi turisti (ci ha raggiunto nel frattempo la notizia che le scuole resteranno chiuse un’altra settimana) e impossibilità a grandi imprese, ci fanno tornare la voglia di ritentare il Lago di Braies, dopo il fallimento estivo per via della folla. Potrebbe essere la volta buona per riuscire a godercelo.

E' il 29 febbraio!
Annoio il mio “bambino” raccontando per l’ennesima volta ogni istante di quella meravigliosa domenica di carnevale, la mattina del 29 febbraio 2004, quando un piccolo budda, subito soprannominato “cuor contento” dallo zio, ha avuto la splendida idea di piombare nella nostra vita con tutta la sua generosa gioia.
Il libro del bivacco riporta come ultime firme quelle di escursionisti passati ad ottobre. Ecco perché si perdevano spesso le tracce.. Evidentemente non è una meta ambita, eppure è un posticino singolarmente bucolico e incontaminato.
Nel pomeriggio ci resta il tempo per circumnavigare il fiabesco lago ghiacciato, sentendoci “A un passo dal cielo”.
Avremmo una voglia matta di restare a girare senza meta e senza tempo per queste Dolomiti, che ancora una volta sono state capaci di curare gli acciacchi dell’anima e del corpo, sfruttando la singolare chiusura delle scuole, ma il dovere ci richiama a Milano.
Se fossimo capaci di azzerare l’emisfero sinistro, forse sapremmo fermarci qui, chissà. Per questa volta torniamo.
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