DIARI DI VIAGGIO IN CAMPER

I NOSTRI DIARI DI VIAGGIO IN CAMPER

Tra strade sconnesse e natura alla riscossa, sogniamo i nomadi, inseguiamo le renne e cavalchiamo le onde. Una doccia sotto le stelle, l'immensità da contemplare e la bussola puntata verso le emozioni per non perdere la retta via.

domenica 20 agosto 2023

BAVIERA TIROLO - AGOSTO 2023

UNA SETTIMANA DI EMOZIONI ED ARIA FRESCA TRA BAVIERA E TIROLO: 

dai laghi alpini alla vetta dello Zugspitze


Il 24 giugno Nadia torna a Milano dopo aver trascorso un semestre a Vienna, il 26 dà l’ultimo esame ed il 28 sera è già sul treno notturno per rientrare a Vienna. 

Con un’amica carica tenda e sacchi a pelo sulle bici e pedala lungo Danubio ed Inn fino in Svizzera (800km). L’amica la saluta e prosegue in treno verso Bern. Nadia resta sola nella sua tendina a Scuol, ma Carlo, libero dalla maturità, prende bici, bagagli, fornelletto e stoviglie e la raggiunge. 



Partono per una decina di giorni lungo la Alpinebike n.1. Vagano tra passi e laghi alpini, dormono sotto le stelle, si nutrono di liofilizzati, accumulano 360km e soprattutto 10.500m D+ e ricompaiono a casa una sera di metà luglio. Nadia aggiunge corda, imbrago e rinvii, oltre alla costante fissa di tenda e saccopelo, sul portapacchi della bici, per un giro di “bike & climb” tra Verdon e Provenza, tutto rigorosamente “by fair means” come piace a questa generazione green. A fine luglio avrà totalizzato in un solo mese di vagabondaggio 1.600km e 22.000m D+ in mountain bike. 

Carlo intanto sale su un treno diretto nei Pirenei dove si unisce ad amici svizzeri e belga per un trekking in tenda, discesa in kayak della Garonna e arrampicate in falesia. Tornerà dimagrito. Ogni tanto ci arriva qualche sms, con parsimonia, ma si sa, in montagna spesso non prende bene. Rientrata dalla Francia, Nadia si sposta in Val di Mello, Carlo in officina a lavorare.

Ma un bel giorno eccoli entrambi liberi!

Venerdì 11 agosto si parte! Mentre io e Daniele siamo ancora al lavoro, Carlo carica il camper e Nadia prepara una torta ai fichi per il viaggio. Neanche mi accorgo dei preparativi! Una partenza di lusso. Mi fido ciecamente: sono orami molto più pratici loro in merito all’attrezzatura necessaria. Pochi km serali e ci fermiamo a dormire appena prima della frontiera di Chiavenna.


Al risveglio apprezziamo profondamente la colazione con torta casalinga gustata in riva al lago e apprezziamo soprattutto Nadia, che con una dote rara incastra gentilezze nelle sue pienissime giornate e le dona a noi. Facciamo quattro passi per un ultimo caffè italiano e ci avviamo verso la Germania. Raggiunta Garmisch-Partenkirchen (idealmente la nostra meta), località alpina bavarese, scopriamo strade trafficatissime, una città affollata, densamente costruita, aree di sosta su distese di cemento al sole con 30 gradi senza ombra. Telefoniamo ai campeggi in zona: “fully booked”. Un attimo di smarrimento e facciamo inversione. 

Aggiriamo i monti del Wetterstein, tornando in Austria dove, nel minuscolo paesino tirolese di Biberwier troviamo un campeggino spartano (AlpenCamp Marienberg), ordinato e silenzioso, con vista sullo stesso Zugspitze, la vetta più alta della Germania, che avremmo ammirato da Garmisch, solo da un versante diverso.

“Carlo, ti abbiamo rovinato i piani? Avevi già pensato a gite da fare a Garmisch?”

“No, non avevo studiato ancora nulla perché tanto non mi fido dei vostri programmi.”

Rassicurati dalla disponibilità all’improvvisazione, recuperiamo informazioni e cartine escursionistiche all’ufficio turistico, scopriamo cosa ci offre il supermercato locale e ammiriamo il tramonto. Possiamo cominciare a studiare la zona.

Ci rendiamo conto che ci tocca tornare a Garmisch dopo tutto. Ci sarà pure un motivo se è cosi famoso!

Dal paese parte un percorso molto scenografico lungo la gola di Partnach (Partnachklamm). Si cammina nel canyon formato dall’omonimo torrente, rifrescati dall’acqua turbolenta che ci scorre accanto e che cade dall’alto lungo le pareti di roccia, armoniosamente scolpite.


Arrivati al termine della passerella turistica nella gola, scegliamo di proseguire lungo il sentiero che pian piano sale nella valle Reintal. Il dislivello è modesto, il sentiero si innalza gradualmente, ma lo sviluppo infinito. Passiamo il rifugio Bock e proseguiamo al Rifugio Reintalager, dove ci accasciamo sul prato in riva al torrente con una birra fresca in mano. 

  

Siamo in Baviera: la birra costa come l’acqua. Il paesaggio è splendido, le vette alte di fronte a noi, il torrente trasparente e freschissimo si snoda sinuoso nel bosco. Godiamo di tutto questo prima di affrontare gli infiniti km del ritorno. Solo 957m D+, ma 32 km...quasi una maratona, e li sento tutti.

Torniamo all’AlpenCamp per una notte rinfrescata da un violento temporale e una giornata un po’ grigia trascorsa a rilassarci tra sdraio e veranda, quattro passi al vicino Weißensee, due bracciate nel Blindsee e la ricerca di silicone per sistemare un’infiltrazione dall’oblò posteriore di cui ci siamo accorti durante il temporale notturno.

A Ferragosto vorremmo evitare rifugi e folla. Seguiamo le indicazioni di Nadia per una falesia con breve avvicinamento appena fuori Ehrwald e più che arrampicare osserviamo e fotografiamo i ragazzi che si inerpicano divertiti tra rocce e tetti.


Sono due giorni che la vetta dello Zugspitze ci insegue ovunque andiamo. Incombe su di noi da qualunque prospettiva, giriamo a sinistra e sbuca dietro l’ovovia, svoltiamo a destra ed eccola che sovrasta il confine del bosco, scolliniamo ma lei è sempre lì che domina il paesaggio.

Ripensiamo alle nostre "conquiste" delle vette più alte di vari paesi:

- 2017 monte Olimpo: monte sacro e tetto della Grecia.

- 2018 Ben Nevis: vetta più alta della Scozia e di tutte le isole britanniche.

- 2020 Monte Triglav: altro monte sacro e montagna più elevata della Slovenia.

- 2022 il Galdhøpiggen: la cima più alta della catena del Jotunheimen e della Norvegia, nonché di tutto il Nord Europa.

- 2022 il Møllehøj: altura di ben 170m slm, eppure con il rispettabile primato di punto naturale più elevato della Danimarca.

Ci sembra una bella occasione essere qui e poter tentare la salita alla montagna più alta della Germania. Salita che, volendo, sarebbe davvero semplice: ben due funivie ed un trenino a cremagliera portano agevolmente i turisti fino a 200m dalla vetta, dove un’imponente piattaforma panoramica ospita bar, ristoranti e musei.


Il legame tra emozione e memoria è ormai noto e pare scientificamente dimostrato che gli eventi associati a stimoli “negativi” (sofferenza, ansia..) siano spesso ricordati con maggior nitidezza. "Sai quanta sofferenza in più se saliamo a piedi! Garantito che questa giornata te la ricordi per sempre!"

La sveglia suona alle 4:30. Alle 5:30 siamo ad Ehrwald al parcheggio della funivia, a cui voltiamo sprezzanti le spalle. Con le frontali accese, rompiamo il fiato risalendo le piste da sci; seguiamo quindi il sentiero nel bosco e giungiamo infine ad un interminabile ghiaione che ci porta al Wiener-Neustadter Hutte. 
 
Non è ancora sorto il sole, ma l’aria comincia già a scaldarsi. Barretta, acqua, sali minerali e indossiamo casco e imbrago. Segue uno zig-zag sulla pietraia dove avanziamo in precario equilibrio, ammirando il passo sicuro dei camosci. 

 
 
Lo zig-zag ci porta all’attacco della ferrata con la quale superiamo gli ultimi salti di roccia fino alla stazione a monte della funivia. Battuta d’arresto e ci accodiamo al traffico locale per percorre in gran compagnia gli ultimi 200m alla croce di vetta (2.962m).

Sfruttiamo la presenza di tanta antropizzazione per lasciare i panini nello zaino e pasteggiare con hot dog e birra. Per evitare la via attrezzata in discesa, decidiamo di scendere sul versante tedesco, per poi ricongiungerci alla Reintal (ammirando ancora una volta la gola, questa volta dall’alto) e quindi svoltare verso l’Austria. 
 

Poco prima del confine c’è un’ultima piccola salita che mi spezza le gambe, procedo con estrema lentezza, i muscoli rispondono al rallentatore. All’improvviso vedo Carlo, che giunto al colle butta a terra il suo zaino e corre indietro per venirmi incontro e prendere il mio. Sono sfinita ma con il cuore che scoppia di gioia per questo esserino così premuroso che è miracolosamente mio figlio. Da lì è tutta una lunga tortuosa discesa per tornare all’ovovia di Ehrwald, da dove un pullman ci riporta al parcheggio. Sento tutta la fatica dei 22km e soprattutto dei 1.950m di dislivello e andrò avanti a mettere cerotti sui piedi per un paio di giorni, ma la soddisfazione è tanta.


Carlo e Nadia, instancabili, preparano lo zaino per il giorno seguente: da Ehrwald fanno la Seberner Wasserfall Klettersteig, via ferrata che affianca la cascata, portando alla suggestiva valle Gaistalpiana con l’idilliaco Sebensee attorniato dalle vette tirolesi.




Io e Daniele prendiamo le due seggiovie che dal campeggio conducono alla piana di Marienberg. Ci sdraiamo al sole tra mucche e pecore, facciamo merenda con strudel e birra ai tavolini all’aperto della baita Sunnalm e ammiriamo la valle.

Si avvicina velocemente la fine della settimana. Carlo espone con entusiasmo il giro in bici dello Zugspitze, più precisamente dell’intero gruppo montuoso del Wetterstein. Circa 90km e quasi 2.000m di dislivello.


Provo a raccontarmi di nuovo la storiella della memoria e delle emozioni ma non ci casco. Il mattino seguente ci presentiamo al negozio di bici in paese e noleggiamo due stratosferiche, spettacolari mountain bike elettriche da sogno della Scott per me e Daniele. 
Con 4 livelli di motore e un cambio morbidissimo, gioco con piacere con tutte le levette. “Eco” mi lascia la coscienza pulita e mi permette addirittura la sensazione di meritarmi la memoria; appena la pendenza si fa sentire, senza aspettare che le gambe scoppino, metto "turbo" e provo l’indescrivibile emozione di superare i figli, stoicamente fedeli alle loro mountain bike tradizionali.

 

 
Tra mulattiere sterrate, sentieri (sempre ben battuti), prati verdissimi, boschi, mucche al pascolo, fienili, baite in legno e gerani, attraversiamo un’ampissima varietà di paesaggi, ci rinfreschiamo più volte dentro laghi e torrenti alpini e ammiriamo i rilievi di Tirolo e Baviera da ogni angolazione.

 



Dopo 89km e 1.878m D+ restituiamo le bici con la batteria ancora sopra al 50%!! Che portento di bici! Se ci avanzassero un po' (tanti) soldi, le compreremmo 😊. Visto che al momento non ci avanzano, ci limitiamo a scattare un’ultima foto ricordo e ce ne separiamo tristemente.

E’ sabato. Salutiamo Biberwier e facciamo giusto qualche centinaio di km per una sosta a Scuol. Ormai siamo affezionati a questo campeggio. 

E’ già la terza volta che ci passiamo questa estate e ne siamo sempre più attratti: incantevole, ordinato, silenzioso, armonioso, tipicamente svizzero. Pensavamo di chiudere la vacanza con una giornata alle terme ma anche qui ci sono quasi 30 gradi! 

Con queste temperature ci viene più voglia di piscina che di sauna, per cui il pomeriggio passa a mollo con i ritmi lenti delle più tipiche giornate estive. Ceniamo all’aperto, guardiamo le stelle (ma solo Daniele ne vede un paio cadenti), dormiamo di sasso fino alle 8 passate e giunge davvero l’ora di tornare, dopo una sola settimana di ferie ma un’abbondanza di emozioni.


Nel primo pomeriggio siamo a casa ad affrontare la vera fatica: scaricare e pulire il camper con i 38 soffocanti gradi di Milano.

Accumulo in bagno i vestiti da lavare e i ragazzi sistemano sul balcone l’attrezzatura.

“Be’ inutile lavare zaini e scarponi, tanto domani ripartiamo.”

“Ripartite?”

“Sì, fa troppo caldo qui. Domani io e la Nadia andiamo in Val d’Aosta per qualche via, qualche bivacco.”

“Quando tornate?”

“Boh, tra una settimana? 10 giorni? Vi facciamo sapere, comunque sicuramente entro il 30 agosto, perché il 31 vado al Frasassi climbing festival” ci rassicura Nadia.

Divertitevi amori miei. Noi attendiamo speranzosi la congiunzione astrale favorevole per rivedervi, felici di aver vissuto queste dense giornate insieme.

Nessun commento:

Posta un commento