DIARI DI VIAGGIO IN CAMPER

I NOSTRI DIARI DI VIAGGIO IN CAMPER

Tra strade sconnesse e natura alla riscossa, sogniamo i nomadi, inseguiamo le renne e cavalchiamo le onde. Una doccia sotto le stelle, l'immensità da contemplare e la bussola puntata verso le emozioni per non perdere la retta via.

sabato 30 giugno 2018

VAL FORMAZZA - GIUGNO 2018

DIARIO DI VIAGGIO IN CAMPER: 
LA NOSTRA AMATISSIMA VAL FORMAZZA. ONCE AGAIN



Questa settimana Carlo ha fatto gli esami scritti di terza media e lunedì ha l’orale. Deve approfittare del weekend per staccare la mente. Per rilassarci scegliamo una delle nostre mete preferite: la Val Formazza. Venerdì pomeriggio riusciamo ad essere tutti a casa presto e, nonostante le tre ore di strada, alle 20:00 siamo a Riale.



Sabato mattina imbocchiamo il sentiero che porta alla diga di Morasco per poi risalire all’alpe di Nefelgiù. 
Lungo il vallone incontriamo un escursionista che ha fatto dietrofront: “Troppa neve. Non si sale. Rischioso il canalone ripido in queste condizioni”. Fortunatamente, grazie al fiuto alpinistico di Daniele, all’ultimo avevamo infilato i ramponcini negli zaini, così giusto per scrupolo. Sono un regalo di Natale, rimasti da allora immacolati in garage: Babbo Natale non aveva previsto l’infortunio di Nadia, ma siamo finalmente di nuovo tutti in piedi e la neve ci ha aspettato. Occasione inaugurale perfetta! 


Non fa per nulla caldo, la neve è dura e i ramponcini tengono che è una meraviglia. Con il fiatone, ma in sicurezza, risaliamo il nevaio fino al passo, dove ammiriamo una vista stupenda sui laghi Sruer e Vannino ancora in gran parte ghiacciati. 


La discesa verso il rifugio Margaroli (chiuso) è veloce e siamo ormai di nuovo sui prati, tra marmotte che corrono e fischiano da tutte le parti. 


Prendiamo il sentiero verso la seggiovia Sagersboden, che ci porterebbe comodamente a Valdo. Se fosse aperta. Ma è chiusa. Peccato. Proseguiamo a piedi, confidando di trovare, una volta a Canza, un autobus per tornare a Riale. Scopriamo che ne passa uno solo al giorno. Alle 10:00 del mattino. Peccato. L’abbiamo perso. 
Comincio ad accusare la stanchezza. Propongo l’autostop.
“Puzzolenti e carichi come siamo, chi vuoi che si fermi?!” obietta Daniele.
Magari i ragazzi fanno tenerezza.
“Non dire sciocchezze”.
Magari io faccio pena.
“Risparmia il fiato, che mancano 6 km”
Risalendo di fianco alle (ripidissime) cascate del Toce cerco di intasarmi la mente con altri pensieri (no! Lavoro no! Quello via! Via! Via! Altro!) per non alzare lo sguardo. 


Superate le cascate, vediamo una pizzeria.
“Ce le portereste a domicilio? Tra un paio d’ore? All’area sosta di Riale?”
“Certo!”
Fantastico! Splendido epilogo per questa splendida giornata. Arrivati al camper (dopo 26km e 1250m di dislivello) non ci resta che lavarci e stravaccarci, in attesa del pandino, che arriva puntuale a consegnarci i nostri 4 cartoni fumanti.

Domenica preferiamo il relax, godendoci il sole e le sdraio, mentre Carlo ripete un po’ di “mappe” per tornare in modalità esame. 
Forse ispirato dall’aria montana, mi sembra preparatissimo. Possiamo tornare a casa sereni: siamo tutti tranquilli che sia pronto per affrontare l'orale.

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