DIARIO DI VIAGGIO IN CAMPER: LA NOSTRA AMATISSIMA VAL FORMAZZA. ONCE AGAIN
Sabato mattina imbocchiamo il sentiero che porta alla
diga di Morasco per poi risalire all’alpe di Nefelgiù.
Lungo il vallone incontriamo
un escursionista che ha fatto dietrofront: “Troppa neve. Non si sale. Rischioso il canalone ripido in queste condizioni”. Fortunatamente, grazie al
fiuto alpinistico di Daniele, all’ultimo avevamo infilato i ramponcini negli
zaini, così giusto per scrupolo. Sono un regalo di Natale, rimasti da allora
immacolati in garage: Babbo Natale non aveva previsto l’infortunio di Nadia, ma
siamo finalmente di nuovo tutti in piedi e la neve ci ha aspettato. Occasione
inaugurale perfetta!
Non fa per nulla caldo, la neve è dura e i ramponcini
tengono che è una meraviglia. Con il fiatone, ma in sicurezza, risaliamo il
nevaio fino al passo, dove ammiriamo una vista stupenda sui laghi Sruer e Vannino
ancora in gran parte ghiacciati.

La discesa verso il rifugio Margaroli (chiuso)
è veloce e siamo ormai di nuovo sui prati, tra marmotte che corrono e fischiano
da tutte le parti.
Prendiamo il sentiero verso la seggiovia Sagersboden, che ci porterebbe comodamente a Valdo. Se fosse aperta. Ma è chiusa. Peccato. Proseguiamo a piedi, confidando di trovare, una volta a Canza, un autobus per tornare a Riale. Scopriamo che ne passa uno solo al giorno. Alle 10:00 del mattino. Peccato. L’abbiamo perso.
Comincio ad accusare la stanchezza. Propongo l’autostop.
Prendiamo il sentiero verso la seggiovia Sagersboden, che ci porterebbe comodamente a Valdo. Se fosse aperta. Ma è chiusa. Peccato. Proseguiamo a piedi, confidando di trovare, una volta a Canza, un autobus per tornare a Riale. Scopriamo che ne passa uno solo al giorno. Alle 10:00 del mattino. Peccato. L’abbiamo perso.
Comincio ad accusare la stanchezza. Propongo l’autostop.
“Puzzolenti e carichi come siamo, chi vuoi che si
fermi?!” obietta Daniele.
Magari i ragazzi fanno tenerezza.
“Non dire sciocchezze”.
Magari io faccio pena.
“Risparmia il fiato, che mancano 6 km”
Risalendo di fianco alle (ripidissime) cascate del Toce
cerco di intasarmi la mente con altri pensieri (no! Lavoro no! Quello via! Via!
Via! Altro!) per non alzare lo sguardo.
“Ce le portereste a domicilio? Tra un paio d’ore?
All’area sosta di Riale?”
“Certo!”
Domenica preferiamo il relax, godendoci il sole e le
sdraio, mentre Carlo ripete un po’ di “mappe” per tornare in modalità esame.
Forse ispirato dall’aria montana, mi sembra preparatissimo. Possiamo tornare a casa sereni: siamo tutti tranquilli che sia pronto per affrontare l'orale.
Forse ispirato dall’aria montana, mi sembra preparatissimo. Possiamo tornare a casa sereni: siamo tutti tranquilli che sia pronto per affrontare l'orale.
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