DIARI DI VIAGGIO IN CAMPER

I NOSTRI DIARI DI VIAGGIO IN CAMPER

Tra strade sconnesse e natura alla riscossa, sogniamo i nomadi, inseguiamo le renne e cavalchiamo le onde. Una doccia sotto le stelle, l'immensità da contemplare e la bussola puntata verso le emozioni per non perdere la retta via.

martedì 1 giugno 2021

VALTELLINA - GIUGNO 2021

 

VALTELLINA: 

4 GIORNI TRA LE MONTAGNE DI SANTA CATERINA VALFURVA



Il ponte del 2 giugno si avvicina: Nadia studia e Daniele lavora ... partiamo io e Carlo! Rimasti soli, Carlo si dimostra subito molto premuroso: "Abbiamo tutto? Hai caldo? Hai freddo? Accendo la stufa? Come siamo messi con l’acqua? Vado a cercare una fontana?" E soprattutto incoraggiante arrivati alle strade strette di montagna: “Sei brava mamma, sei proprio brava!” mi rassicura, mentre affronto i tornanti con un filo d'ansia.

Ci sistemiamo all’area sosta “Zia Edda” di S Caterina Valfurva in compagnia di un paio di camper, qualche capretta e molto silenzio. Carlo si mette subito allo studio della cartina: “Mamma quanti km vuoi fare? Che dislivello ti va bene? Quanto ore vuoi camminare?” Annota i miei limiti ed esigenze e memorizza i percorsi fattibili, con variante A e B in base alle condizioni della neve che troveremo.

Saliamo nel bosco al rifugio Stella Alpina e scendiamo lungo la strada; proseguiamo verso Santa Caterina per passeggiare nel centro e lungo il fiume e ci rilassiamo senza fretta né pensieri sulle sdraio al sole.


 


Acclimatati, il giorno successivo percorriamo, inizialmente tra prati e marmotte, per sprofondare poi sempre più nella neve, la splendida Val Cedèc che ci porta dal rifugio Forni al Rifugio Pizzini, chiuso ma con ottima vista sul Gran Zebrù e sul Cevedale. 

  


“Te la senti di fare altri 100m di dislivello?” 

"Con te sempre, amore mio."

Facciamo la traversata che ci porta dal Pizzini al Branca, ammiriamo la Punta S Matteo, l’imponente ghiacciaio dei Forni e tre sci alpinisti, che si stanno avventurando in quella direzione, e quindi scendiamo di nuovo lungo la Valle dei Forni al Rifugio Forni e allo Stella Alpina.


Entusiasti dei panorami e dei paesaggi della Valtellina, Carlo si rimette subito alla ricerca di altri percorsi. 

Io non so se sia capace di leggere la montagna o il gps o entrambi, ma comunque sia trova sempre itinerari sorprendenti e io lo seguirei ovunque.


Il terzo giorno partiamo in direzione opposta, attraversiamo Santa Caterina Valfurva e seguiamo un lungo zig zag che ci porta in quota. 

Appena superata l’ultima ripida dorsale, ci troviamo in un'ampissima conca di neve sovrastata dal Monte Confinale. 

Il Lago della Manzina è poco riconoscibile in mezzo a tutto quel bianco: siamo avvolti da un favoloso silenzio assoluto (non abbiamo incontrato nessuno sul nostro cammino per l’intera giornata!) e dall’immensità della neve immacolata, sporcata solo dalle nostre impronte. Ci concediamo una bella pausa panini, con ricco servizio fotografico, scaldati da un piacevolissimo solo tiepido. 





Non ci rendiamo conto che il sole intanto scalda anche la neve e nel cammino a ritroso fino al margine della conca sprofondiamo ad ogni passo fino alle cosce, avanzando con estrema faticosa lentezza. 





“Per fortuna  salendo non c’era tutta questa neve, altrimenti non ce l’avremmo fatta”, osservo. “Beh... fortuna .. l’avevo un po’ studiata. Sai, versante nord, versante sud..” 

Mi guardo intorno domandandomi da che parte sia il nord.. Di certo su questo Carlo non ha preso da me! Raggiunto il sentiero a zig zag siamo ormai su erba chiazzata da brevi nevai e togliamo le ghette. 

Per variare strada, prendiamo una deviazione verso il rifugio Forni: attraverso tappeti di crocus ai lati di torrenti freschi e trasparenti con il Pizzo Tresero sullo sfondo, completiamo un altro splendido anello tra queste montagne.

Al camper ci attendono la solita pace, le solite caprette. Il pastore abita nella roulotte in fondo all’area sosta e all’improvviso il suo lavoro, sicuramente impegnativo, molto faticoso, poco remunerativo, mi pare però a tratti una scelta saggia.

Compriamo mele e bresaola da portare a casa e per “spezzare” il viaggio, ma soprattutto per rimandare il rientro, ci fermiamo un’ultima notte a Morbegno, mentre mi godo ogni istante della compagnia di mio figlio e delle stelle.

Nessun commento:

Posta un commento