DIARI DI VIAGGIO IN CAMPER

I NOSTRI DIARI DI VIAGGIO IN CAMPER

Tra strade sconnesse e natura alla riscossa, sogniamo i nomadi, inseguiamo le renne e cavalchiamo le onde. Una doccia sotto le stelle, l'immensità da contemplare e la bussola puntata verso le emozioni per non perdere la retta via.

domenica 4 giugno 2017

VALTELLINA - GIUGNO 2017

DIARIO DI VIAGGIO IN CAMPER:
PONTE DEL 2 GIUGNO IN ALTA VALTELLINA



Mercoledì sera alle h 23:00 il camper è carico: meglio far tardi oggi, pur di poter anticipare la partenza il più possibile domani. Giovedì infatti non faccio in tempo a mettere piede in casa che il motore è già acceso. Superiamo Bormio e per cena siamo alla pizzeria Fior D'Alpe di Valdidentro: pizza salutare e leggerissima, solo lievito naturale e farine integrali macinate a pietra. Proseguiamo in direzione Livigno, passiamo la notte nella panoramica area sosta di Trepalle, comune più alto d'Italia, e alle 8:00 del mattino seguente partiamo con gli zaini in spalla dal passo del Fuscagno. 

  

Aggirando il Monte Rocca giungiamo sul versante nord, sprofondiamo nella neve fino alle ginocchia e conquistiamo il ghiacciato Lago Nero.
 


 

Foto di rito e giù di corsa: il cielo si sta oscurando minacciosamente. Percorrendo la Valle Vezzola, perdiamo rapidamente quota, ma lo scroscio ci raggiunge ugualmente. Ben attrezzati con k-way e copri zaini, chiudiamo il giro, appena inumiditi, con 737 m di dislivello, 15.5 Km di sviluppo e un report faunistico di tutto rispetto: avvistati 5 camosci, un capriolo, una coppia di gipeti, volata vicinissima sopra le nostre teste, e svariate marmotte. 

Eravamo partiti in fretta da Milano per il timore del traffico da esodo ponte senza attardarci a fare la spesa. Scendiamo quindi a Bormio per rifornire frigorifero e dispensa e ceniamo con malfatti, bresaola e succo di mele. Carlo nel frattempo ha accuratamente studiato la cartina della zona e ha identificato una gita in Val Zebrù.
 


Ci spostiamo a Niblogo, appena prima di Santa Caterina Valfurva, dove dormiamo proprio di fianco all'ufficio turistico che ci fornisce generosamente indicazioni e curiosità della valle.


Senza bisogno della sveglia, alle 7:00 siamo in piedi, ansiosi di metterci in pista: anche per oggi è prevista pioggia al pomeriggio e ci piacerebbe schivarla.
 
  

Ci incamminiamo lungo la splendida Val Zebrù: prendiamo il caffè al Rifugio Campo (unico ristoro trovato aperto in questi giorni), facciamo una pausa alla Baita del Pastore (chiusa) e raccogliamo l'energia per affrontare la seconda e più impegnativa parte dell'escursione. 
 

Il sentiero si fa più ripido; lasciamo i prati per risalire una morena infinita, con la sensazione di fare 3 passi avanti e uno indietro; un ultimo strappo lungo il nevaio e siamo al rifugio V Alpini (chiuso) a 2878m. 


Foto, barretta e via: sta di nuovo per mettersi a piovere e il ghiaione scivoloso non è il posto dove vorremmo trovarci nel mezzo di un temporale. Alla Baita del Pastore uno sprazzo di sole ci convince a cogliere l'attimo e a fermarci per un rapido pranzo al sacco. Ottima scelta: una volpe, attratta dai nostri panini, si avvicina con cautela, mettendosi in posa in cambio di croste di formaggio. 
 
Ricominciamo a camminare e ricomincia a piovigginare. Bagnati e discretamente stanchi, ci concediamo una meritata merenda al Rifugio Campo, sentendoci ormai "fuori pericolo": da qui in giù mancano un paio d'ore tutte su comoda mulattiera. 

Arriviamo al camper alle 17:00 dopo 1330 m di dislivello e 27.7 Km di sviluppo. Quattro docce rigeneranti svuotano il serbatoio: in cerca di acqua e civilizzazione scendiamo all'area sosta di Santa Caterina Valfurva, dove, in un prato verde incorniciato da un ruscello, adiacente ad un agriturismo con servizio ristorante take away e scoiattoli che scorrazzano sugli alberi, carichiamo, scarichiamo, mangiamo e ..crolliamo a letto. 

Carlo: "Papà, sai perché faccio queste gite? Cosi mi stanco! e quando vai a letto è una goduria!" Nadia: "Che bella la notte a sognare scoiattoli, camosci e volpi!" Domenica piove fin dal mattino, ma è meglio così: sarebbe altrimenti stato ben più duro trovare la forza di abbandonare questi monti. Il dovere ci chiama: i ragazzi devono studiare per le ultime interrogazioni e verifiche di fine anno e io ho una valigia da preparare per un viaggio di lavoro per il quale, ahimè, non bastano pantaloni da trekking e scarponcini, ma complessi abbinamenti che spaziano dal "casual" al "formal" passando per il "business", richiedendo tutta la mia capacità di analisi e di concentrazione.


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