DIARIO DI VIAGGIO IN CAMPER:
DAL LOCKDOWN ALLE ALPI OROBIE
RIMETTENDO IN MOTO GAMBE E MOTORE
RIMETTENDO IN MOTO GAMBE E MOTORE

E invece arrivano le mascherine, i guanti, il distanziamento sociale. Scorderemo persino le merende al rifugio e quella passeggiata nella neve resterà l’ultima per i tre mesi successivi.
Si corre su e giù per le scale, ci si allena sul balcone invece che in palestra; Daniele si dedica al restauro della casa anziché ai lavori in officina; io dimentico le sveglie all’alba, mi creo uno studio in camera da letto con il tavolino da campeggio e la tovaglia peruviana che mette buonumore; i ragazzi si convertono con disinvoltura alle lezioni via zoom e teams; facciamo colazione, pranzo e cena tutti insieme e la spesa a turno. Spazi e computer in casa non mancano; la sera guardiamo film di montagna per colmare il vuoto serio di questo lockdown.
Fotografiamo la superluna, festeggiamo un compleanno; a Pasqua pitturiamo uova sode, il 25 aprile cantiamo Bella Ciao con i vicini, arrostiamo arrosticini il 1° maggio e ci dilettiamo tra aperitivi e “giochi di società” che tempi di normale frenesia non ci avrebbero permesso.
L’equilibrio familiare è cosa rara e preziosa;
precario per natura, quando regge è bellissimo.
Per la festa della mamma Nadia mi regala un murale e una torta e Carlo un giro in bici fino a Lodi, gustandoci la riapertura dei comuni.

Stufa delle code all’Esselunga, scopro NaturaSí e la carne bio, e la spesa torna a piacermi. Impariamo i nuovi ritmi e il tempo scorre sereno, ma all’annuncio della liberalizzazione degli spostamenti all’interno della Regione, non stiamo più nella pelle! Corriamo in officina a preparare il camper: inventario e pulizia, controllo batterie e serbatoi, un pieno di soddisfazione, con il prezzo della benzina crollato, ed è tutto pronto.
Sabato 30 maggio i ragazzi hanno video lezioni al mattino, Nadia anche una verifica alle tre del pomeriggio. L’attesa amplifica il piacere, così pare, attendiamo fiduciosi. Con il fiato sul collo, la nostra impazienza tangibile, Nadia consegna, cioè invia, e schizziamo a bordo! Non ci sembra vero. Lasciamo gli spazi ristretti di casa, per infilarci volentieri in quelli microscopici del camper, perché ci aspetta la sconfinata Lombardia!
Per gustare ogni istante di questo lungo weekend, decidiamo di ridurre al minimo il viaggio, scegliendo una meta a 90 km da casa. Un’ora e mezza e siamo a Cusio, Val Brembana, e poi poco oltre, per parcheggiare ai Piani dell’Avaro.
Circondati da prati e vette, la vista spazia finalmente senza confini e, come per magia, i telefoni qui non prendono! Quattro giorni insieme, noi e la montagna. Il clima, a tratti vagamente scozzese, esalta l’odore selvatico della natura.
Camminiamo sulla neve e nella nebbia riscoprendo sensazioni dimenticate. Una pizza da asporto in serata a Cusio è l’unico rapido contatto con la civiltà che desideriamo, per poi fuggire di nuovo tra i monti. Ci rendiamo conto solo ora di quanto la forzata costrizione in città ci sia pesata. Ci sono mancati i dettagli, saltare un ruscello, sciacquarci nel lago, giocare con i sassi, sdraiarci sull’erba, ascoltare il fischio delle marmotte, ammirare il mondo senza sbarramenti né per i piedi né per la vista.
Percorriamo l’anello di fondo, saliamo alla cappelletta per ammirare il Pizzo Tre Signori, lo Zuccone dei Campelli, la Grignetta, e seguiamo il percorso invernale delle ciaspole, che guarda sulla Val Gerola.
Albe e tramonti ci danzano attorno alternandosi alle escursioni. Dai Piani dell’Avaro parte anche il sentiero per il Benigni (2.222mslm), posto sull’alta via delle Orobie Occidentali: in una splendida mattinata soleggiata, attraversiamo la valle che risale da Ornica per raggiungere il rifugio Benigni (chiuso) e il lago Piazzotti.

Magici riflessi tra nuvole e cielo; un magnifico balcone naturale; il Disgrazia dipinto sullo sfondo azzurro. Latte condensato, orizzonte e stambecchi: imprimo nella memoria questo attimo speciale.

Rifacciamo il canalino in discesa per poi svoltare sul
sentiero 109 e completare l’anello che ci riporta al camper.
È il
2 giugno, ormai ora di sistemare zaini e scarponi nel gavone.
Carlo cammina scalzo attorno al camper, Nadia fotografa raggi di luce: piedi e occhi si nutrono di quiete.
Carlo cammina scalzo attorno al camper, Nadia fotografa raggi di luce: piedi e occhi si nutrono di quiete.
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