DIARIO DI VIAGGIO IN CAMPER IN SVIZZERA A CAPODANNO:
SCI E SLITTINI TRA GRIGIONI E VALLESE
1.200km
10 giorni
Giovedì 26 dicembre: previsioni meteo buone, ferie fino alla Befana, nuova stufa sul camper e metri di neve su tutte le montagne. Le premesse sono le migliori possibili!
Pieni di voglia di bianco e azzurro, arriviamo in un attimo in dogana a Chiasso e quindi Lugano, Bellinzona, Chur ed eccoci a Davos.

Ci rimettiamo in viaggio, sotto la neve su strade bianchissime, verso il campeggio di Arosa, dove, sistemati in una piccola piazzola, ci dirigiamo alla “reception”: un bungalow senza presenza umana, con mensola dotata di penna e blocco ricevute, per auto-compilare la propria con i dati del camper, dell’equipaggio e della durata della sosta, sommare l’importo e imbucare i soldi dovuti nell’apposita casella. In euro o in franchi svizzeri a piacere. Scopriamo che questa inusuale usanza si chiama “self check in” e ci riempie di gioia.
Anche Arosa è un’animata località di villeggiatura, incorniciata da vette imponenti. La Coop è a due passi, il servizio pullman efficientissimo e le piste da fondo si snodano morbide e tortuose tutt’intorno.
Scivoliamo per 21 km e 465 m di dislivello avvolti solo da bianco, azzurro e silenzio.
Ci risvegliamo ripostati e seguiamo il sentiero invernale che porta al lago ghiacciato Schwellisee e da lì, con un lungo anello ben battuto e segnalato attorno ad Arosa, di nuovo in paese.
Dopo un accurato camper service, ripartiamo mirando al Vallese, ma il Furkapass, il Grimsellpass e anche il Nufenenpass sono tutti chiusi e ci troviamo a fare un giro dell’oca pazzesco passando da Zurigo, Berna, Montreux, Martigny ..per raggiungere finalmente Fisch ormai a tarda sera. Dormiamo nel parcheggio dell’ovovia e di primo mattino arriviamo al Forest Lodge Camp di Oberwald.
Ecco il paese dal fascino alpino che stavamo cercando! Casette di legno con lucine alle finestre, strade nemmeno spazzate e gente che gira per il paese con gli sci di fondo, lasciandoli nelle rastrelliere fuori dal supermercato mentre fa la spesa.
Ci avviamo verso una lunga,
lunga, lunga, interminabile salita fino al Grimsellpass (1000 m di dislivello).
All’arrivo in paese faccio fatica a rialzarmi: ho crampi bestiali agli adduttori, tesi e contratti tanto a lungo! Camminiamo a gambe rigide fino al negozio di sport dove lasciamo gli slittini appoggiati al muro: passeranno quelli dell’hotel a riprenderli. Non abbiamo lasciato né nome né documenti a nessuno. Tutto sulla fiducia. Ci pare una cosa inconcepibile, ma a pensarci bene forse è solo una cosa civile.
A Niederwald facciamo come la gente del posto: togliamo gli sci e saliamo comodamente sul caratteristico trenino rosso per tornare ad Oberwald senza dover ripercorrere tutta la strada.
Il biglietto del treno è incluso nello skipass del fondo e non
vogliamo far tardi: è il 31 dicembre. Abbiamo un cenone da preparare! Docce,
pulizia del camper, intimo rosso e siamo pronti.
Daniele si adopera per allestire una cenetta in piena tradizione: lenticchie, purè, cotechino e tortellini, panettone e spumante! Neanche Cracco avrebbe saputo fare di meglio con spazi e fuochi così ristretti.
In attesa della mezzanotte, Nadia riesuma le “lettere a me stesso”, scritte per gioco a capodanno 2015 e quindi sigillate rigorosamente come da istruzioni, per aprirle nel lontano capodanno 2020.
Il tempo è passato in fretta ed eccoci all’appuntamento per riscoprire “i miei obiettivi” e “le dieci cose che vorrei fare prima di aprire questa lettera”. Carlo, con la fantasia e l’ottimismo dei bambini, si era immaginato a "Vivere in montagna, meglio se in campeggio".. deve mettere a punto qualche dettaglio, ma siamo certi che possa farcela. Al suo turno Daniele, imperturbabile, legge: “Essere ancora vivo”. "Grandeeeee! Ce l'hai fatta! Obiettivo centrato!" Applaudiamo e ci complimentiamo. Si era anche proposto di guadagnare il doppio, ma - per colpa nostra dice, che lo costringiamo a continue, estenuanti, lunghissime vacanze - non ci è riuscito. Tra risate, riflessioni semiserie e immancabili nuovi buoni propositi, arriviamo al 2020!
Daniele si adopera per allestire una cenetta in piena tradizione: lenticchie, purè, cotechino e tortellini, panettone e spumante! Neanche Cracco avrebbe saputo fare di meglio con spazi e fuochi così ristretti.
In attesa della mezzanotte, Nadia riesuma le “lettere a me stesso”, scritte per gioco a capodanno 2015 e quindi sigillate rigorosamente come da istruzioni, per aprirle nel lontano capodanno 2020.
Il tempo è passato in fretta ed eccoci all’appuntamento per riscoprire “i miei obiettivi” e “le dieci cose che vorrei fare prima di aprire questa lettera”. Carlo, con la fantasia e l’ottimismo dei bambini, si era immaginato a "Vivere in montagna, meglio se in campeggio".. deve mettere a punto qualche dettaglio, ma siamo certi che possa farcela. Al suo turno Daniele, imperturbabile, legge: “Essere ancora vivo”. "Grandeeeee! Ce l'hai fatta! Obiettivo centrato!" Applaudiamo e ci complimentiamo. Si era anche proposto di guadagnare il doppio, ma - per colpa nostra dice, che lo costringiamo a continue, estenuanti, lunghissime vacanze - non ci è riuscito. Tra risate, riflessioni semiserie e immancabili nuovi buoni propositi, arriviamo al 2020!
L’anno nuovo comincia con un sole stupendo. Altro camper service e ci spostiamo a Fiesch. Gli idilliaci e appartati villaggetti alpini sono la nostra delizia, ma non riusciamo nemmeno a opporre resistenza di fronte alla scintillante attrazione consumistica dell’Aletsch Arena.


Da Fisch partono gli impianti di risalita che si collegano al comprensorio sciistico del ghiacciaio dell’Aletsch, il più grande delle Alpi. I ragazzi sfrecciano sulle piste dall’apertura al tramonto, con la gopro che immortala i salti, i view point e i crepacci.
Noi preferiamo
percorrere a piedi uno dei molteplici e molto ben tenuti winterwanderwege: saliamo al punto panoramico sul ghiacciaio, ammiriamo Cervino e Monte Rosa da un versante dal quale non siamo abituati a vederli e beviamo caffè della moka dal thermos sulle panchine al sole.
Ad ogni età i propri piaceri.
Ad ogni età i propri piaceri.
Grazie all’abbondantissima neve, si arriva al campeggio con gli sci ai piedi e ci ritroviamo insieme al camper per sera, ugualmente stanchi e soddisfatti.
Sazi di sport, facciamo i turisti per un giorno, seguendo una strada a curve, che dalla valle del Reno porta verso il Gemmipass.
Andando a spasso per Leukerbad, cittadina termale attorniata da un anfiteatro di grandi guglie rocciose, ci viene la solita voglia-di-terme-da-fine-vacanza.
Torniamo a Brig (non riusciamo proprio a fare strade lineari a quanto pare) e passiamo l’ultima giornata a mollo per ore alle terme di Brigerbad: vasche calde, caldissime, fredde e freddissime; alterniamo il bagno turco all’aroma di mandarino, a quello all’eucalipto e poi al melone.
Ci eravamo già stati al ritorno dalla Scozia, ma l’atmosfera è irriconoscibile: scivoli e prati all’aperto hanno lasciato il posto a idromassaggi in mezzo alla neve, fra luminarie natalizia e vapori colorati, che salgono verso il cielo stellato. Un catino gelato all’esterno rinvigorisce i più forti e una tisana bollente scalda l’anima.
Con la pelle raggrinzita, ci rimettiamo in moto: qualche chilometro e raggiungiamo il Passo del Sempione, dove un ennesimo splendido cielo stellato ci concilia il sonno dell’ultima notte di vacanza, mentre paurose raffiche di vento a tratti ci risvegliano.
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