DIARI DI VIAGGIO IN CAMPER

I NOSTRI DIARI DI VIAGGIO IN CAMPER

Tra strade sconnesse e natura alla riscossa, sogniamo i nomadi, inseguiamo le renne e cavalchiamo le onde. Una doccia sotto le stelle, l'immensità da contemplare e la bussola puntata verso le emozioni per non perdere la retta via.

giovedì 1 agosto 2024

SCANDINAVIA - AGOSTO 2024

 SVEZIA, NORVEGIA E UNA TOCCATA IN DANIMARCA PER UNA SUBLIME IMMERSIONE NELLA NATURA



5.905 km

22 giorni


Milano:

“Nadia, quando cominci l'Erasmus a Trondheim?"

"Il 12 agosto.”

“Vuoi un passaggio?”

“Se proprio volete.”

Certo che proprio proprio vogliamo! Non ci lasceremmo sfuggire per nulla al mondo questa insperata occasione di passare ancora un po' di tempo tutti e quattro insieme.

Arrivato il weekend dobbiamo tenere a freno l’impazienza per aspettare il ritorno di Carlo. “Eccomi!” urla comparendo in casa domenica, portandosi dietro la scia di chi ha vissuto una settimana in tenda lavandosi, si fa per dire, nei ruscelli. Rimedia con una doccia veloce, ma per fare la lavatrice non c’è tempo. Chiude i vestiti sporchi in un sacco e butta il sacco in garage (ci penseremo al rientro).


Lasciamo di corsa i 43°C (!!) di Milano e ci fermiamo a dormire al fresco al Passo del San Gottardo, posticino già ben collaudato in varie occasioni. Lunedì siamo determinatissimi. Senza più restrizioni da neopatentati, ci si può alternare alla guida in 4: dividendoci i km e riducendo al minimo le pause, passiamo la Germania tutta d’un fiato, a Puttgarten saltiamo sul traghetto delle 23:30 e ci fermiamo in Danimarca appena sbarcati al porto di Rodby, chiudendo una tappa record di 1.115 km.

Lago di Vattern (Svezia):

L’entusiasmo è alto anche martedì e la strada ricomincia a scorrere veloce, pur con occhio attento ai rigidi limiti di velocità svedesi. Passata Grannan, dopo appena 600 km, la nostra traiettoria lanciata verso nord subisce una battuta d’arresto: un improvviso tonfo sordo proveniente da sotto al camper, seguito da un assordante rumore di ferraglia, ci costringe a fermarci e constatare la rottura del terminale della marmitta. Grazie ad un filo di ottone che Daniele ha casualmente con sé, un filo di ferro che Carlo dichiara candidamente di portare sempre nello zaino “ovviamente” e un marciapiede usato come rialzo per il camper, perché i nostri due MacGyver ci possano strisciare sotto, viene eseguito un rattoppo di fortuna, che ci permette di raggiungere il vicino campeggio Vadstena Camping. 

Ci “guadagniamo” un tuffo e un tramonto sul lago di Vattern, oltre che una doccia e una notte estremamente quieta.

 

Di assistenza Fiat in zona non se ne parla. Veniamo rimbalzati da un’officina all’altra, fino ad essere dirottati a Lindkoping, dove un ragazzo molto disponibile sistema il camper su un ponte, si adopera in una riparazione (“Provvisoria! In Italia fate cambiare  la marmitta” ci raccomanda) e ci rimette in strada. Quando estraggo la carta di credito pronta a tutto, mi sento dire che non vuole nulla. Proviamo ad insistere, ma sorride irremovibile.  "Buon viaggio, godetevi la Svezia!” ci augura. Gli regaliamo una bottiglia di Morellino di Scansano.

NB per qualche inspiegabile ragione, al momento di caricare il camper pare non ci sia mai spazio nel gavone per tutte le mie superflue esigenze, tipo un paio di scarpe di cambio o una cesta in più. ...ma 5-6 bottiglie di vino ci stanno sempre! Misteri. 


Riserva Naturale Malingsbo-Kloten (Svezia):


Una sosta ad Orebro per ammirare castello e fossato e poi gli ultimi 10 km di sterrato ci portano al River Lodge Camping nel villaggio di Nyfors. Più che un villaggio sono 4 casette rosse nel bosco, 2 soli abitanti fissi, qualcuno stagionale, niente negozi, niente alimentari, nulla. Siamo nel cuore della Riserva Naturale Malingsbo-Kloten, nel sud della regione del Dalarna, una delle più vaste riserve naturali della Svezia. Terra di Troll e di Sami, di branchi di renne ed alci solitarie, è attraversata da grandi fiumi e sterminate foreste di pini, abeti e betulle. La perfetta immersione nella natura che cerchiamo. Non mancano orsi bruni, lupi e linci, ma per fortuna di questi non ne vediamo. Anche il campeggio è molto essenziale: 5 piazzole in tutto, 1 wc e 1 lavello. Niente docce, ma c’è un bellissimo pontile sul fiume, da cui tuffarsi tra le ninfee, che batte qualsiasi vasca da bagno. E' un posto talmente fuori dal mondo e lontano dai rumori della città, che merita due giorni di sosta. Giorni nei quali l'unico rumore che sentiamo è quello del vento.

 

La cosa più preziosa qui è l'aria che si respira. Per assimilarne in quantità, navighiamo lungo il fiume, bordato di verde, con le canoe canadesi, accompagnando ogni pagaiata a profonde e rilassanti inspirazioni ed espirazioni. Tratti serpeggianti tra fitti boschi si aprono su anse ampie e soleggiate. Qualche isolotto, alcuni pontili e perfino un bivacco ci permettono merende al sacco e pennichelle.

 

 

Il giorno seguente ci inoltriamo nei boschi con una passeggiata alla “montagna d’erba” (Grassberget). Non è zona di alture e nemmeno arrampicandoci sugli alberi in vetta a questa “montagna” si riesce a vedere oltre la sterminata distesa di tronchi, rami e foglie. Una macchia di verde ricopre tutto. Siamo meravigliosamente inghiottiti dalla selva.

 

 

Il tempo è splendido. Il relax in campeggio e il tuffo dal pontile, abbracciati da questa foresta infinita, sono un sogno.

 


Con altri 11 km di sterrata arriviamo a Kloten da dove intraprendiamo una caccia (fotografica) alle alci, molto diffuse in questa zona. Inseguiamo impronte (ed escrementi) avvistando un tasso, due lepri, un cinghiale, due cerbiatti e finalmente ai margini del bosco un alce maschio! Sicuramente giovane visto il palco di misura contenuta. Veniamo a sapere che purtroppo avvistare maschi adulti è molto difficile: preda prediletta dei cacciatori per via degli ambiti palchi-trofei, raramente vivono a lungo. Ci si stringe il cuore. Anche la carne di alce, ritenuta più sana e genuina di quella di qualsiasi animale da allevamento, è estremamente richiesta. Ogni anno vengono uccise circa 60-70.000 alci. Altrettante più o meno nascono, ma poi ci sono quelle investite dalle auto o uccise dai lupi, per cui il numero complessivo è in continuo calo. Proseguiamo la ricerca fino alle 23:00, ricompensati da altri 9 avvistamenti. Una mamma con due cuccioli gemelli ci fa battere il cuore! Purtroppo c'è ormai troppa poca luce per fare foto, ma gli occhi che luccicano nel buio sembrano parlarci. Siamo incantati.

 

Passiamo una notte libera in riva al lago Stora Djurlangen sentendoci in un paradiso terrestre.

Ripresa la strada, la prima sosta è presso una stazione camper service gratuita (gioia dei camperisti amanti delle notti libere), e la seconda presso un supermercato. In 4 con un frigorifero da 90 litri e una mini-dispensa, dopo 3 giorni senza spesa, l’ultimo pasto era stato un miscuglio di tonno e fagioli in scatola senza pane, e la colazione un tè senza latte, senza marmellata, senza biscotti, senza insomma. 

A Sarna scegliamo un campeggio (attrezzato: Sarna camping, in riva al lago) per dare una pulitina al camper e a noi stessi e passeggiare in serata per un centro abitato.


Catena montuosa del Sylarna (Confine Svezia - Norvegia)


Il ritorno alla civiltà dura poco: il giorno seguente siamo di nuovo lungo percorsi dapprima solo un po' stretti, poi sterrati (e ad ogni scossone incrociamo le dita per la marmitta acciaccata) in direzione delle montagne verso Ovest. Veniamo accolti dalle renne che ci accompagnano fino a Nedalshytta, dove parcheggiamo liberi in uno slargo poco prima del rifugio, con vista sul lago Nesjoen.


 

Siamo qui per scalare i monti del Sylarna, catena montuosa sul confine tra Norvegia e Svezia. 23 km e 1.200 m D+ ci portano alla vetta dello Storsylen, la più alta vetta di confine della Norvegia meridionale con il ghiacciaio più a Ovest della Svezia, nonostante i suoi soli 1.762m di quota.

Il ghiaione coperto di licheni, il ghiacciaio con crepacci a vista, le renne ovunque e l'assenza di presenze umane, creano un ambiente fiabesco, surreale. 

   

  Ci soffermiamo spesso e volentieri a prendere fiato, guardando negli occhi gli eleganti abitanti di queste alture, che con il loro passo delicato dominano sulla vasta distesa della tundra.









 

  

  

 

Lasciata la montagna, torniamo tra laghi e boschi (ora norvegesi) e ci sistemiamo al Selbu Camping in riva ad un fiume. Bucato, camper service e immancabile tuffo dalla piattaforma. L’essere costantemente circondati da acqua in tutte le sue forme crea un ambiente al tempo stesso ovattato e ritemprante.


Trondheimsfjord (Norvegia):

 

I giorni stanno passando in fretta e l’appuntamento a Trondheim si avvicina. Prima di entrare in città ci resta il tempo di una sosta sul Trondheimsfjord. Scegliamo l’Asholmen Camping perché si raggiunge con 3 km finali di strada sterrata, ragionevole indizio che sia isolato e tranquillo. E’ isolato, tranquillissimo e in posizione spettacolare su una punta di terra che si insinua nel fiordo, in faccia ad un isolotto conteso da cormorani, aironi e gabbiani. 

Ci godiamo una giornata “da mare”: relax e yoga nell’ampia piazzola panoramica, salti e acrobazie sul trampolino altrettanto panoramico, pizza e birra di fronte a un tramonto di quelli che sembrano non finire mai grazie al lento sole radente del nord. Il campeggio ha persino il wi-fi e decidiamo di chiudere questa magnifica giornata con una serata-cinema. Mentre alle 21:30 siamo chiusi in camper a guardare un film, sentiamo bussare. Staremo disturbando la quiete con il volume troppo alto? No!! È il gestore del campeggio che viene ad offrirci 4 cinammon rolls, caldi fumanti, appena sfornati! Una delizia! Che mondo meraviglioso. 

 



 








Lasciamo il motore spento anche il giorno successivo: seguiamo un sentiero che costeggia inizialmente il fiordo per poi inoltrarsi tra alberi fittissimi e tratti impervi e acquitrinosi. Saliamo fino alla "vetta" del monte Litlhela per ammirare l'orizzonte da un punto panoramico.  Scegliamo di ridiscendere lungo un percorso ad anello in ambiente ad ogni passo più umido, con i piedi a mollo nel paludoso sottobosco, circondati da una foresta che si fa via via sempre più buia e impenetrabile; una flebile traccia di sentiero che si perde rapidamente inghiottita da muschio e stagni. Ne veniamo fuori grazie al GPS di Carlo, con qualche scivolone nel fango, aggrappandoci occasionalmente ai tronchi, risbucando infine con sollievo in riva al fiordo.

 

 
 









Trondheim (Norvegia):

Il 9 agosto è proprio ora di dirigerci a Trondheim. Vogliamo un paio di giorni per visitare la città. L’area sosta, come sempre nei centri urbani, è inevitabilmente poco bucolica e fastidiosamente affollata, però comoda ad 1 km dal centro. Passeggiamo per il paese, ammiriamo la Nidaros Cathedral, costeggiamo i canali, sfrecciamo in monopattino dal gamle bruk della città vecchia alla periferia, ci fermiamo nelle bakeri a fare colazione, ai vecchi magazzini (oggi abitazioni) per una foto tra le casette colorate, al Trampe Bicycle (ascensore delle biciclette) a curiosare come tutti i turisti; andiamo a cercare la biblioteca, l’università e la zona delle birrerie per immaginare la vita di Nadia nei prossimi mesi.

Il Trondelag Folkemuseum ci intrattiene per un pomeriggio intero: costruito attorno alle rovine del più antico castello medievale norvegese (King Sverre’s castle), ci accompagna in un lungo percorso all’aperto tra dimore, edifici, fattorie, chiese e negozi dal 18° secolo in poi. Nella bottega del fotografo giochiamo a far comparire la nostra foto finto-antica, insieme alle altre foto d’epoca appese alla parete. Capitiamo quindi per caso davanti al palco dove si stanno svolgendo i preparativi per il concerto che si terrà in serata del famoso (qui) cantante norvegese Age Alexandersen con la sua band. Ci fermiamo ad ascoltare le prove e trovarsi in questo ambiente da troll con una colonna sonora talmente azzeccata è un’esperienza emozionante.


 








L'11 mattina Nadia fa il suo ingresso nella sua nuova casa. Domani comincia le lezioni ed è ansiosa di sistemarsi, conoscere i coinquilini, capire abitudini e turni per uso e pulizie delle zone comuni. La stanza è minuscola e ha due piani di scala a chiocciola da fare per raggiungere il bagno (condiviso con altre 5 persone), ma non sembra turbata da questi piccoli disagi. Scelta su internet, ci sembra già un successo constatare che la casa esista davvero. Oltretutto la zona è centrale ed elegante.


Rondane National Park (Norvegia):

Rimasti in tre, proseguiamo in direzione sud. Una notte libera dalle parti di Rennebu e la successiva al Hauklister Fjellhotell og Camping a Hovringen, nel parco nazionale del Rondane, parco del sud della Norvegia che ci era sfuggito nell’estate 2022.




Ci incamminiamo negli sconfinati 969 km2 del parco, in cui cammini cammini ma non arrivi mai. Raggiungiamo la vetta del Formakampen da dove la vista non ha confini. La vastità dello spazio è impressionante. 

 


Il campeggio ha una sauna che guarda su questa vastità e ce la godiamo in serata alternando vapore bollente e docce fredde all’aperto. Ogni respiro è rigenerante.

Per cercare di fare qualche km in più decidiamo di provare ad esplorare il parco in bici. Dopo la salita al rifugio Smuksjosetere, lasciamo la sterrata carrabile per inoltrarci lungo il sentiero che porta al Peer Gynt Hytta, ma è troppo impervio per le mie capacità: ostacolata da massi e sassi, mi trovo spesso a dover scendere dalla bici. Deviamo su un sentiero che sembra più affrontabile e che ci riporta in paese, costeggiando il torrente. Tra guadi, sole, vento e panorami, più o meno ce la faccio. 

    








La notte veniamo scossi da raffiche di vento paurose, tanto che alle 5:00 del mattino, storditi dal rumore incessante e dagli scuotimenti violenti, ci rimettiamo in pista. A Limhamn, dopo 912 km, parcheggiamo in riva al mare con vista sul ponte di Malmo. Abbiamo fatto più strada del previsto e ci resta il tempo per una giornata in spiaggia. 

Isola di Mon (Danimarca):

Raggiunta la Danimarca deviamo sull’Isola di Mon, dove ci dirigiamo a colpo sicuro alla “nostra” affezionata Ulvshale Strand. Ci crogioliamo al sole fino a sera con bagni e passeggiate sul lungomare, ignorando gli svariati irrequieti tentativi di Carlo per difendersi da questo caldo “disumano” (26°C).

"Fa trooooooppoooo caldo! Mezza giornata di mare è il limite massimo! Neanche nelle lezioni di latino il tempo passava così piano!” Poi c’è il sale nei capelli che dà fastidio (la terra di montagna, quando dorme nei boschi, invece no), la crema che appiccica, perfino i sassolini che pungono i piedi. Una doccia on the road e siamo a Faro per rapido camper service; quindi a Rodby per il traghetto serale. 


Dormiamo a Puttgarten, attraversiamo (faticosamente) la Germania tra una coda e l’altra per una serie ininterrotta di lavori in autostrada (10 ore complessive per fare 473km); una sosta a Kassel per riprenderci e quindi rieccoci al passo del San Gottardo per chiudere il cerchio, passare un’ultima notte a 9 gradi, finire gli avanzi, sentire come sta Nadia. Ha conosciuto ragazzi con cui andare ad arrampicare, scoperto una falesia in riva al mare, esplorato i boschi del Bymarka, partecipato a feste, barbecue e perfino a un concerto d’organo. “E l’università?"

All'arrivo a casa vengo travolta dalla valangata di cose da sistemare, oltre che da quel pacco bomba abbandonato in garage da 3 settimane.

"Mamma, un po' di roba la porto via subito. Parto per un giro di bike-packing in Svizzera con un mio amico. Torno tra una diecina di giorni".

Ok, i figli sono a posto.

"Tesoro, io e te cosa facciamo?"

"Che ne dici di un vero azzardo: una giornata al mare??"


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