ALPI CUNEESI:
FERRAGOSTO IN CAMPER LONTANO DAI PERCORSI BATTUTI
Un improvviso cambio di lavoro e quest’anno abbiamo una sola settimana di ferie! Dato che ci ricarichiamo meglio lontano da folle e rumori, per sfruttare ogni prezioso istante dobbiamo scegliere accuratamente la meta fuori dai percorsi battuti. Ci affidiamo a Carlo (come sempre), che dopo un paio di giorni passati davanti alle cartine, individua le Alpi Cozie. Alpi Cozie?? Ma-Con-Gran-Pena... certo, esistono anche le Cozie, ma come ti sono venute in mente?? Ci fidiamo (come sempre) e impostiamo su google maps uno spiazzo sterrato (anche questo identificato da Carlo) al termine della strada della Valle Varaita, poco oltre Sant’Anna di Bellino. È un paradiso: punto di partenza per escursioni e ferrate; il torrente dietro al camper per rinfrescarci i piedi al rientro dalle passeggiate; una fonte di acqua purissima e potabile a due passi e il cielo perennemente azzurro.
La discesa avviene infilandosi in una buia e
ripida galleria militare. Escursione breve e veloce, ci lascia tempo
per rilassarci (e lavarci) al torrente.
Siamo nel pieno del weekend di Ferragosto (sabato 14 e domenica 15): immaginiamo il mondo intero che si riversa fuori casa in ogni direzione e ci avviamo quindi verso l’alto per concatenare due vette da 3000m. Sabato sul Mongioia (3.300m), sulla cui cima tira un vento pazzesco che rende particolarmente difficile farci una fotografia decente con l'autoscatto del cellulare, in equilibrio precario su una pietra instabile mentre raffiche di vento spostano anche i sassi. L’inquadratura decisamente imperfetta immortala però il Monviso quanto basta per renderlo riconoscibile e ci accontentiamo.
Sulla via del ritorno vorremmo
fermarci un momento al Bivacco Boerio, sul bellissimo lago Mongioia, ma
Il tratto finale è quasi una piccola scalata che a tratti richiede di appoggiare le mani, lasciando una bella sensazione di conquista.
La vista, sul Monviso compreso e sulla particolarissima sagoma del vicino Pic D’Asti, è magnifica anche grazie al tempo splendido.Rientrati alla base, la presenza del torrente e della sorgente azzerano i disagi tipici della “van life”: con una riserva di acqua illimitata a portata di mano, la scelta tra una doccia calda a bordo o un tuffo tonificante nella natura è assolutamente libera. Sciacquiamo la frutta e laviamo l’insalata senza pensieri grazie a tanta generosità della natura.
Ci alziamo di primo mattino: ci sentiamo in forma per una gita “tosta” (per noi). La Via attrezzata degli Alpini alla Cima Dronero del Monte Oronaye è un lungo itinerario in un suggestivo ambiente di alta montagna che si sviluppa su una strada fatta dagli alpini per scopi militari al confine con la Francia. Il faticoso avvicinamento, i pochi punti di appoggio e una serie di tratti non protetti la rendono per noi impegnativa, ma di grande soddisfazione.
Dove si interrompe il cavo, preferiamo avanzare in conserva assicurandoci ai punti di ancoraggio presenti. Procedendo più lentamente, ma al sicuro, raggiungiamo la vetta felicissimi.
La cima è uno
sperone talmente aguzzo che non c’è nemmeno lo spazio per stare seduti tutti e
tre: ci sentiamo sul tetto del mondo con una vista a 360 gradi. La natura
continua ad esserci generosa e noi grati, grati, grati.
Si è nel frattempo accesa la luce del "troppo pieno" delle acque grigie e in serata, con grande disappunto di Carlo che sperava in una vacanza “100% selvaggia”, entriamo in campeggio per il necessario camper service (Camping Park Valle Maira, piccolo, quieto, pulito, molto piacevole). Ci concediamo tutti quanti il lusso di un abbondante risciacquo sotto la doccia e un lavaggio piatti con il sapone che fa la schiuma, ma sgrassa bene.
Per cambiare
attività Carlo ci propone un giro in bici sull’Altopiano della Gardetta. Illusi
dal nome alto-“piano” ci lasciamo convincere. In 40 km tra sterrate, sassi,
slalom tra le mucche e una lunga serie di colli (Colle dell’Esischie, Colle
Fauniera, Colle di Valcovera, Passo della Gardetta e Colle del Mulo) totalizziamo 1.000m di dislivello e una stanchezza cosmica, ma di quelle sane che
fanno star bene.
I giorni stanno passando veloci e decidiamo di spostarci per visitare un’ultima valle verso le Alpi Marittime. Superata Entracque, unica cittadina affollata che troviamo, ci inoltriamo nella Valle Gesso sistemandoci in uno slargo a lato strada appena prima della frazione di Tetti Violino da dove parte il sentiero per la Ferrata dei Funs, che percorriamo il giorno seguente. Anche questa è una ferrata “alla francese”, molto aerea, molto attrezzata, molto divertente.
Avendo di nuovo bisogno dello scarico della vaschetta del WC, ci spostiamo per la notte nell’area camper di Sant’Anna di Valdieri, che però, non avendo né acqua né corrente né servizi igienici (ma solo una grata per lo scarico wc), riceve perfino l’approvazione di Carlo, che può continuare a sentirsi sufficientemente “selvaggio” e lavarsi felicemente i capelli nel torrente rigorosamente con sapone di marsiglia biologico.
Sabato, come ultima gita, preferiamo un altro assaggio di alta montagna: dal Lago della Rovina ci incamminiamo lungo il sentiero che risale il Vallone del Chiapous, ci porta al passo del Porco e da lì alla conca ai piedi del Monte Argentera, la vetta più alta delle Alpi Marittime (3.297m). La vista spazia sulla valle, sul bacino del Chiotas e sulle circostanti cime (Gelas, Stella, Punta Sud e Nord dell’Argentera..).
Lungo la discesa deviamo verso il Bivacco di Baus per prendere il sentiero per il Rifugio Genova e quindi nuovamente al Lago della Rovina, chiudendo un gran bel giro che fa da coronamento a questa breve ma intensa fuga tra i monti.
L’aria pura ha nutrito i polmoni; l’orizzonte immenso
ha nutrito lo spirito; i pensieri inquieti, rimasti senza nulla da mangiare, sono
morti di fame.
Siamo alla conclusione della vacanza e un cartellone della Proloco in piazza a Sant’Anna indica un concerto in programma in serata.
Temendo possa stonare con il nostro desiderio di distacco dalla
civiltà, lasciamo l’area sosta inoltrandoci ulteriormente nella valle fino a
trovare un angolino appartato lungo il torrente Gesso dove goderci l’ultimo bagno in una
piscina naturale con idilliaca cascatella e levigati sassi-sdraio
e l’ultima notte in ascolto del vento.
Nessun commento:
Posta un commento