PEDALANDO ALLA SCOPERTA DEL LITORALE SLOVENO E TRA LE VIE DI TRIESTE NEL PONTE DEL PRIMO MAGGIO
Sabato
28 aprile h 12:20 siamo all’uscita della scuola ad aspettare Nadia: avevamo
insistito perché bigiasse, ma non c’è stato verso di convincerla (aveva una
verifica fondamentale). Con l’andamento lento del camper, la pausa
pranzo, le soste caffè, pipì e addirittura mini-pennichella, arriviamo in
Slovenia ad Isola solo nel tardo pomeriggio. Sistemati in una piazzola con
vista mare al Camping Belvedere, entriamo finalmente nello spirito vacanziero
passeggiando in ciabatte e pantaloncini per i vialetti acciottolati.
Domenica mattina in sella alle bici, scendendo dal Belvedere, ci si collega in pochi minuti alla pista ciclabile “Parenzana”, che da Muggia (TS) porta a Parenzo in Croazia.
Domenica mattina in sella alle bici, scendendo dal Belvedere, ci si collega in pochi minuti alla pista ciclabile “Parenzana”, che da Muggia (TS) porta a Parenzo in Croazia.
La relazione parlava di “dolci sali scendi”: attribuiamo la nostra diversa percezione di “dolce” allo scarso allenamento e proseguiamo a testa bassa senza farci domande. La fatica è ripagata da una vista spettacolare sul golfo di Pirano, mentre la discesa vertiginosa ci porta in un attimo a ricollegarci alla D-8 sull’animatissimo e turistico lungomare della graziosa Portorose.
Porticcioli, barche, parchi, palestre all’aperto e gelaterie ci distraggono il tempo di ricaricarci. Il successivo tratto che costeggia le saline di Sicciole è piacevolmente pianeggiante e scorrevole.
Attraversata la dogana Slovenia-Croazia, saltando con goduria la lunga coda di macchine, la ciclabile diventa una sterrata più selvaggia che sale tra prati e boschi.
Sarebbe bello proseguire, ma ci aspetta il percorso a ritroso e conosciamo i nostri limiti. Un pic-nic all'ombra degli alberi e facciamo inversione.
La salita della scalinata verso il Colle San Giusto è meno agevole, però ci conduce direttamente al Castello, alla Cattedrale e al dedalo di stradine della città vecchia.
Il lungomare, Piazza Unità d’Italia e il molo audace sono invece adattissimi da girare su due ruote.
Arriviamo a Redipuglia nel momento in cui la luce del tramonto dipinge il sacrario e da ogni elmo, gavetta, mitragliatrice, filo spinato e cannone, sparsi sul Colle delle Rimembranze, trabocca ispirazione. Ci abbracciamo nel tentativo di trattenerne un po’ e dormiamo sotto al Colle Sant’Elia prima di riprendere la strada verso casa.
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