DIARI DI VIAGGIO IN CAMPER

I NOSTRI DIARI DI VIAGGIO IN CAMPER

Tra strade sconnesse e natura alla riscossa, sogniamo i nomadi, inseguiamo le renne e cavalchiamo le onde. Una doccia sotto le stelle, l'immensità da contemplare e la bussola puntata verso le emozioni per non perdere la retta via.

sabato 12 gennaio 2019

DOLOMITI - GENNAIO 2019


DIARIO DI VIAGGIO IN CAMPER: TRA LE PERLE DELLE DOLOMITI A CAPONDANNO

È un mese che non muoviamo il camper e venerdì 28 dicembre, quando accendiamo il motore, l’entusiasmo è scoppiettante. Incuriositi dai racconti di un amico sulle escursioni in Val Senales, facciamo una tappa a Maso Corto. 
L’area sosta è in posizione molto panoramica e ordinata, dotata di un blocco servizi particolarmente pulito, caldo e confortevole.




Ramponcini ai piedi, partiamo in esplorazione della valle, seguendo un sentiero invernale che ci conduce alla BerglAlm e poi, poco oltre la malga, fino ad un’altura con vista sulla conca imbiancata.

La merenda con tè e panettone (della Pasticceria Siciliana di Via Teodosio) ha il gusto inconfondibile delle vacanze in camper. 
Il 30 dicembre ci svegliamo avvolti da turbini di neve e sotto un cielo minacciosamente cupo. Pur approvando il suggerimento dell'amico, ripartiamo alla ricerca di un meteo più favorevole.  
Passiamo Merano, Bolzano, Bressanone. Esitiamo un momento dopo Brunico, incerti se virare o meno verso Anterselva, memori di un paio di splendidi capodanni passati lì anni fa, ma proseguiamo infine verso il Lago di Misurina, fermandoci nella silenziosa e appartata area sosta sotto le Tre Cime di Lavaredo. Non c'è la corrente e il rubinetto è ghiacciato, ma il servizio fondamentale - lo scarico del wc - è agibile. 


Saliamo attraverso i boschi e lungo la mulattiera al Rifugio Auronzo per una cioccolata calda con strudel e una vista sulle Dolomiti che sembra un dipinto. 



Mettiamo di nuovo ghette e ramponcini per riuscire a proseguire verso il Rifugio Lavaredo e infine alla Forcella Lavaredo. 


Non pensavamo di poter arrivare fin qui d’inverno, ma la scarsità di neve crea condizioni perfette per le escursioni.  

Tira un'aria gelida. Per fortuna Babbo Natale (dopo avermi già regalato l’anno scorso guanti riscaldati con batterie e resistenze), forse stufo che mi lamentassi dei piedi freddi, quest’anno mi ha fornito anche le calze riscaldate. Menomale che vivo in un’era tecnologica!

È la sera del 31 dicembre, sogniamo una notte di stelle: lasciamo l’area sosta di Misurina per parcheggiare poco più in alto, in riva al Lago di Antorno, e, per condividere la pace magica dei luoghi sperduti, mandiamo per augurio alla nonna la foto dei nostri sederi in rosso (nuove mutande di capodanno). Lenticchie e cotechino, spumante e pandoro, confidenze e buoni propositi e perfino inaspettati fuochi d'artificio dal vicino chalet ci accompagnano allo sbocciare del 2019.
Alle 6:00 del mattino, ancora profondamente insonnolita, apro mezzo occhio, credendo di essere caduta nella neve: sento le guance surgelate. Mi sveglio del tutto: ho le guance surgelate. Vedo che Nadia si è infilata la felpa e tirata il cappuccio sulla testa, sugli occhi, quasi sul naso. La stufa è in blocco: batterie di servizio scariche. Stava girando ininterrottamente dall'altro ieri, senza allacciamento alla corrente. Era prevedibile. Scuoto Daniele; io non riuscirei ad uscire da sotto il piumone: "Ti alzi tu ad accendere il motore, vero tesoro?". Gli uomini soffrono meno il freddo. 
Il primo dell'anno sorge un sole strepitoso e insperatamente tiepido. Scendiamo a Misurina, attraversiamo il lago ghiacciato e saliamo al rifugio Carpi. 



Altre vette, altri panorami da riempirci gli occhi, ancora sole. 

Ci concediamo un pranzetto coi fiocchi a base di canederli, uova e speck prima di metterci in cerca di un campeggio dove ricaricare acqua e soprattutto batterie. Ci dirigiamo a Cortina D’Ampezzo e, per miei motivi affettivi, tra i tre campeggi disponibili, scegliamo senza esitazione il Camping Cortina. 
Vengo avvolta da infiniti ricordi di antiche lunghissime vacanze estive. Ingresso, piscina, pineta sono identici a 35 anni fa. Mentre lavo i piatti fisso le persone ai lavelli e alzo lo sguardo ogni volta che la porta si apre, aspettandomi di poter riconoscere qualcuno. Chiedo in reception informazioni sulla famiglia Peruzza: “Mi spiace, non hanno più la roulotte qui”. Mi scuoto per tornare al 2019, tornare al camper, ma il destino vuole altri ricordi.
Il 2 gennaio nevischia e tira un vento spaventoso: ci rifugiamo nel palazzetto del ghiaccio e mi trovo inevitabilmente a raccontare a Carlo e Nadia che strada facevamo, perché non c’era questo sentiero che taglia tra i campi e nemmeno la navetta, si doveva costeggiare lo stradone per 3km, fermandoci spesso e volentieri al minigolf, e poi a pattinare per giornate intere, a volte anche la sera con il palazzetto allestito a discoteca, con Irene, che faceva l’alternativa dai capelli blu e rossi, innamorata di uno sconosciuto Zucchero, mandava baci e sospiri al suo mega poster, "Vedrete vedrete che diventerà famoso", e noi a ridere, Ma va! Ma chi è?! chissà dove sarà ora e di che colore avrà i capelli Irene, e i suoi amici dell’Hockey. 
“Vedi, mamma, con Instagram, sareste rimaste in contatto”. 
“No, no, bella, soffro di social-fobia. Il mio io-reale non sopravviverebbe alla comparsa di un io-virtuale. A proposito, dovrei almeno aggiornare LinkedIn, a Pasqua, prometto, a Pasqua lo affronto.” 
Buona fortuna Irene ovunque tu sia!
Con il nostro abbigliamento sportivo stoniamo un po’ passeggiando per il luccicantemente addobbato Corso Italia tra pellicce, pantaloni lucidi e caviglie scoperte (ma come fanno con questo gelo?). 
Giovedì mattina il sole è già tornato, anche se le temperature restano glaciali. Ci sono -15°C e raffiche di vento fino a 30 km/h, ma quando mai ci ricapita l’occasione di sfrecciare ai piedi delle Tofane?
 
Sciamo con temperature siberiane (mentre mi vesto conto esattamente sette strati, tra maglia termica e non, micropile, pile, sottopiumino, piumino e guscio) in mezzo a panorami straordinari.

La funivia delle Tofane, chiusa per vento al mattino, viene riaperta nel pomeriggio: balla da paura, ma siamo su solo in 10 e sulle piste di Ra Valles sciamo praticamente da soli. Siamo irrigiditi, ma felici di aver osato. 
Salutiamo Cortina e ci spostiamo alle Cinque Torri.
I pochi cm di neve permettono di fare il giro completo delle Torri senza difficoltà, tra pinnacoli e cunicoli affascinanti, circondati di nuovo da paesaggi di cui è impossibile stancarsi, con uno straordinario cielo azzurro.  

Saliamo al Passo Falzarego per uno sguardo a 360° sulle vette e ci rimettiamo in viaggio per l’ultima tappa: trascorriamo la notte a Chiusa, nell'area sosta ben attrezzata con vista sul castello, e di primo mattino prendiamo l’autostrada del Brennero. 
Da un’accurata ricerca scientifica è emerso che le vacanze che si concludono alle terme siano le più benefiche. A Verona svoltiamo quindi verso l'Aquardens di Pescantina, trascorrendo il sabato tra grotte salate, sulfuree, cascate, kneipp, corrente, idromassaggio e altro ancora, incamerando una dose di calore che compensa rapidamente tutto il freddo preso. 
A casa accendiamo il camino, bruciamo il vecchio calendario e appendiamo quello nuovo: bisogna controllare scrupolosamente come cadono le festività quest’anno.


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