WEEKEND A COURMAYEUR
SKYWAY MONTE BIANCO: 3.466M DI ESTASI
"A UN PASSO DAL CIELO"
Questa volta sono io che compio 50 anni! E' il mio turno per essere al centro dell’attenzione! Nadia mescola tutti i miei ingredienti preferiti e mi prepara una torta ricotta e fichi. Candeline, pacchettini e bagagli e si parte! Eh già, perché un pacchettino contiene due biglietti per la SkyWay!
In serata siamo a Courmayeur, compriamo mocetta e fontina e dormiamo nei pressi della funivia. Sabato mattina il tempo è splendido: la luna piena va lentamente a nascondersi dietro le montagne illuminate dai primi raggi di sole e in cielo non si vede neanche una nuvola.
I ragazzi si incamminano verso la loro gita: via ferrata al Mont Chetif. D’altronde oggi è la nostra giornata romantica, ci sembra giusto separare il cammino.
Alle 8:45 siamo già sulla magica SkyWay: a quest’ora di turisti ce ne sono pochi e ci troviamo in compagni di una manciata di alpinisti dalle intenzioni serie, carichi di corde, ramponi e picozze. Le restrizioni anti-covid impongono alla funivia una capienza limitata e di fatto siamo meno di una ventina di persone (con una capienza massima di 80).
Ci godiamo spaziosamente la salita; la cabina vetrata ruota lentamente per svelarci piano piano le meraviglie di questi giganti di roccia e neve “a un passo dal cielo”, come recita il motto della SkyWay. Superata la stazione intermedia di Pavillon (The Mountain), proseguiamo verso la Punta Helbronner (The Sky).
Una struttura avveniristica offre un bar panoramico, una vertiginosa passeggiata nel vuoto e una scala di cristallo che sbuca sulla terrazza circolare all’aperto, con una vista a 360 gradi, dove sembra di poter toccare con un dito le vette bianche che ci avvolgono: Monte Bianco, Aiguille du Midi, Dente del Gigante… e la spettacolare Vallèe Blanche, un mare luccicante che porta dritto al cielo.
Un comodo ascensore e un tunnel sotterraneo collegano la stazione della funivia allo storico Rifugio Torino, base di partenza verso tante imprese sul ghiacciaio e sul Bianco.
Quando sentiamo di aver fotografato ogni cm di orizzonte, rimasti senza fiato un po’ per il panorama, un po’ per l’aria sottile dei 3.466 m, e di esserci lasciati suggestionare dalla vista dei crepacci sognando avventure, torniamo al Pavillion per una lenta e suggestiva visita dell'Hangar 2173, la mostra ad alta quota sulle funivie del Monte Bianco: il museo, i video-documentari, una cantina di vinificazione dello spumante ad alta quota e perfino installazioni artistiche.
Ispezioniamo con particolare attenzione l'opera di Letizia Cariello, "Una scala appesa al cielo", realizzata con pioli della fune traente della funivia, orgogliosamente nata nell’officina Bagatti Bronzisti. Arte, ingegneria e natura. Un'estasi di giornata.
Scesi in paese, brindiamo di fronte a un
risotto mantecato alla fontina, polenta e spezzatino ai funghi, pensando ai
ragazzi con barrette e panini freddi in cima alla ferrata.
Poco più tardi, di nuovo tutti insieme, ci avviamo verso il Colle San Carlo per passare la notte fuori dagli sfarzi cittadini.
Il belvedere d’Arpy di sera, con il Monte Bianco illuminato dalla luna piena, il cielo punteggiato di stelle e il fiume di luci di Courmayeur, è un vero e proprio quadro!
Il mattino seguente, anticipiamo l’arrivo dei turisti con un giretto all’alba al Lago D’Arpy, tra brina e giochi di riflessi.
Al sorgere del sole, sbocciano invece in pieno tutti i colori dell’autunno, regalandoci un'altra serie di preziosi quadri d’autore.
Ancora arte, ancora natura, ancora famiglia.
Torno a Milano un po' vecchia ma felice.
Nessun commento:
Posta un commento