DIARIO DI VIAGGIO - WEEKEND IN CAMPER: PICCOLA PAUSA AUTUNNALE IN VAL FORMAZZA
DIARIO DI VIAGGIO - WEEKEND IN CAMPER: PICCOLA PAUSA AUTUNNALE IN VAL FORMAZZA
La scuola è cominciata da un mese e Nadia non ha ancora saltato un singolo
sabato. Rimediamo volentieri: la battaglia contro il traffico per uscire da
Milano il venerdì sera è ampiamente ricompensata dal piacere di darci la buona
notte sotto il primo nevischio della stagione, in un silenzio assoluto,
abbracciati dalle montagne della Val Formazza, nell’area sosta camper di Riale.
Sarà una notte un po’ tormentata: salta un fusibile e la stufa va in blocco; tra il sonno e il buio non riusciamo a trovare il pezzo da sostituire e ci arrangiamo più facilmente aggiungendo qualche strato. Al mattino constatiamo che la temperatura interna non è mai scesa sotto i 12°C nonostante quella esterna abbia sfiorato lo zero. Felici di esserci evoluti alla coibentazione del monoscocca, ci appuntiamo di ricordarcelo la prossima volta in cui dovesse riaccendersi in noi – come capita periodicamente - la nostalgia del primo amore, meraviglioso giovane e scattante furgonato, che faceva sentire giovani e scattanti anche noi, solo occasionalmente congelati.
Sarà una notte un po’ tormentata: salta un fusibile e la stufa va in blocco; tra il sonno e il buio non riusciamo a trovare il pezzo da sostituire e ci arrangiamo più facilmente aggiungendo qualche strato. Al mattino constatiamo che la temperatura interna non è mai scesa sotto i 12°C nonostante quella esterna abbia sfiorato lo zero. Felici di esserci evoluti alla coibentazione del monoscocca, ci appuntiamo di ricordarcelo la prossima volta in cui dovesse riaccendersi in noi – come capita periodicamente - la nostalgia del primo amore, meraviglioso giovane e scattante furgonato, che faceva sentire giovani e scattanti anche noi, solo occasionalmente congelati.
Il risveglio ci porta una
giornata splendida: il vento forte regala un’aria limpida e purissima, senza
una nuvola in cielo. Oltrepassiamo il rifugio Maria Luisa, chiuso per fine
stagione, e seguiamo il sentiero fino al Passo San Giacomo. Scollinando in
Svizzera perdiamo qua e là la traccia ritrovandoci a saltare qualche ruscello,
che forse non avremmo dovuto incrociare, per poi tagliare a mezzacosta la
montagna.
Calpestiamo un inaspettato manto di neve fresca: durante la notte ha
nevicato abbondantemente sul versante nord.
Con laghi alpini a destra e a sinistra e il ghiacciaio di fronte a noi, siamo immersi in uno spettacolo della
natura. La capanna Gries invece è uno spettacolo di architettura: una struttura
di legno a testa in giù in perfetto equilibrio tra uomo e ambiente.
(27 km; 1120 m di dislivello).
Daniele
cambia il fusibile, la stufa riparte e scendiamo in paese per una pizza. Sarà
per la stanchezza, sarà il rassicurante tepore della stufa che gira tutta
notte, saranno le raffiche che ci cullano, anche Daniele riesce a dormire fino
alle 9:00 passate. E poi opta per un caffè in paese per non disturbare il
nostro sonno, che prosegue sereno.
I ragazzi se lo meritano: una volta alzati,
la domenica per loro sarà interamente dedicata allo studio. Vita durissima per
gli studenti di oggi. A me toccherà riposare, mentre il sottofondo della
rivoluzione francese si confonde con i filosofi dell'essere e con le imprecazioni di
Daniele, indaffarato tra pinza e cacciavite: il fusibile è saltato di nuovo,
pare un problema di batteria di servizio e solo lui sa che faccia abbia la
batteria di servizio. A
ciascuno il proprio destino. Inutile opporsi.
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