DIARIO DI VIAGGIO IN CAMPER IN VALMALENCO:
Dighe di Campo Moro, Rifugio Zoia, Rifugio Benigni e ghiacciaio Fellaria in uno straordinario scenario autunnale in compagnia degli stambecchi
Daniele esprime il desiderio di andare in Valmalenco e sabato è il suo onomastico: bisogna esaudirlo.
“Carlo, tu hai cose importanti a scuola sabato mattina?”
“Due ore di Cantico dei Cantici, una di esercizi di
disequazioni e una di storia, ma posso saltare tutto”.
Preferiamo non indagare: si parteeeee!
Venerdì h18:00 Daniele è a casa; h18:30 siamo in strada.
Percorriamo la Valtellina, passiamo Sondrio e svoltiamo verso Chiesa in Valmalenco. Dopo Lanzada comincia una strada di tornanti e gallerie decisamente strettina e scenografica, ma Carlo ci rassicura che su internet ha letto che qualcuno l’ha percorsa in camper; a Franscia la strada si fa sempre più impegnativa e con il buio non osiamo proseguire. Ci fermiamo a dormire in un ampio spiazzo appena sotto il Rifugio Zoia.
Sabato mattina, dopo una colazione con vista al rifugio, la luce del sole fa apparire tutto più sereno e, superati gli ultimi 15 tornanti e altre svariate gallerie, arriviamo a parcheggiare direttamente alla Diga di Campo Moro.
Il cielo è azzurro, l’aria
freschissima e il Disgrazia di fronte a noi. Costeggiamo il Lago di Campo Moro
fino a raggiungere il Lago di Alpe Gera, che aggiriamo sulla sinistra per arrivare al
Rifugio Bignami (ormai chiuso per fine stagione).
Da lì, dietro suggerimento di Carlo (che su internet non aveva controllato solo la percorribilità delle strade, ma, come suo solito, anche ogni possibile escursione), deviamo per prendere il Sentiero Glaciologico Marson, che ci porta fino all’incredibile spettacolo del ghiacciaio della Fellaria:
la testa del ghiacciaio si getta
direttamente nel lago, cospargendolo di piccoli iceberg, regalando uno scenario
mozzafiato. Sembra un paesaggio da Alaska.
Salendo all’Alpe Fellaria per ammirare il panorama, sorprendiamo un numerosissimo branco di stambecchi. Nadia immortala due cuccioli che si abbracciano, lasciandoci senza fiato.
Rientriamo al camper facendo il giro dei due laghi, passando le graziosissime baite dell'Alpe Gembrè, per chiudere l’escursione ammirando la valle e le dighe di Campo Moro da tutte le prospettive (1.065 m D+; 21 km).
La notte passa in totale solitudine e silenzio. Nessun altro camper ci raggiunge e la prima nevicata della stagione rende il risveglio ancora più magico.
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